Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

LETTERE AL DIRETTORE Il "Ministro della buona vita" e il "padrino del fascismo" Caro Direttore, poiché non dispongo, come Giovanni .Ansaldo_,di svariate tribune per parlare delle mie pubblicazioni, mi rivolgo alla Sua cortesia e alla Sua ospitalità. Mi rivolgo a Lei piuttosto che ad altri, perché l'oggetto delle mie considerazioni è un articolo di Giovanni Ansaldo, apparso sul Mattino del 19 marzo u.s., riprodotto poi sul Piccolo di Trieste del 20 succ. ltz questo articolo Giovann,i Ansaldo fa la pubblicità del « suo » Ministro della buonavita ( Ed. Longanesi). E'gli ci ragguaglia su come e qualmente, dopo aver pensato e ripensato se leggere o non leggere vari scritti storici su Giolitti, apparsi dopo la pubblicazione della prima edizione dell'opera su menzionata, ha deciso di non leggere niente e di ripubblicare l'opera stessa così com'era. Fra i libri che ·avrebbe dovuto leggere e non ha letto, figura anche il « bizzarro volumetto di Antonino Rèpaci », che sarebbe - per la cronaca - il Giolitti e Frassati di fronte al fascismo, édito dalla « Bottega d'Erasnio » di Torino nel 1960. Confesso con tutta franchezza che non nii dispiacerebbe affatto di essere· l'autore di un « bizzarro volumetto»: vorrei essere capace di una bizzarria - anche una sola, piccola piccola! -, io, così ligio alla precisione, per non dire alla pignoleria. Ma Giovanni Ansaldo mi ha deluso: egli dice che il mio «volumetto» è bizzarro perché « imputa a Giolitti nientemeno che d.i essere stato il padrino del f ascis1no ». A questo punto mi corre l'obbligo di una premessa. Ho letto e gustato Il Ministro della buonavita di Giovann.i Ansaldo, e non esito a considerarlo un bel libro. Un bel saggio biografico, vivo e scorrevole, ma non certo un saggio storico. D'altra parte ho la netta in1pressio·ne che quando il suo autore lo scrisse, non avesse tale pretesa. Per questo forse riuscì bene. Ora gli viene lo scrupolo, e si domanda se avrebbe fatto bene a leggere la letteratura apparsa n1edio tempore su Giolitti. Fortu11atamente egli 11a superato lo scrupolo, e ha deciso di no. Tuttavia, sia pure a titolo di curiosità, e non foss'altro che per evitare di scrivere corbellerie nei suoi articoli di presentazione, se avesse letto Da Giolitti a Mussolini ( Ed. Parenti, Milano, 1966), opera fondamentale di Nino Valeri, nonché il mio saggio recen.- temente pubblicato·, La marcia su Ro,ma - Mito e realtà ( Ed. Canesi, Roma 1963) - opere, queste, che non figurano nell'elenco- dei libri che Giovanni Ansaldo avrebbe dovuto leggere e non ha letto - si sarebbe reso· chiara110 Bibliotecaginobianco

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