Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

Recensioni ottiene. Senza vergo·gna concediamo: siamo tutti complici. L'inserimento della Spagna nelle organizzazioni internazionali democratiche è avvenuto gradualmente, senza soste, mentre il regime non è mutato, mentre non è stata chiesta alcuna contropartita, non è stata esercitata alcuna pressione a che la situazione interna si modificasse, ignor':1ndo i crimini di Franco ». Tuttavia, nel tracciare questo rapido· quadro dei rapporti internazionali del regime franchista, la Teodori non può tener co11to delle soprav~enute opposizioni da questo incontrate in sede di trattative per l'i11serimento nel Mercato Comune da parte del Benelux e dell'Italia, ancl1e se quest'ultima ha parlato più di questioni agrumicole che di pregiudiziali politiche. Ma, nel nuovo quadro politico europeo, co·n i prestiti che la Germania e la Francia di De Gaulle hanno fatto alla Spagna, c'è da chiedersi fino a che ·punto l'opposizione italiana ed olandese rit1sciranno ad impedire l'ulteriore inserime11to della Spagna in Europa. Una giornalista del « France - Observeteur », Hélène De la Souchère, già autrice di un libro, sulla Spag11a franchista, in un articolo intitolato: « Frarzco condannato o salvato dall'Europa?» (stampato anche sul « Giorno»), n1olto acutamente osserva al riguardo che « l'ingresso nella Piccola Europa è oggi più vitale per la Spagna di quanto non lo fosse nel febbraio del '62, epoca in cui il regime chiese di essere associato alla C.E.E., per salvaguardare l'avvenire delle sue esportazioni in Europa Occidentale, che assorbono il 35% del totale delle ve11dite spagnole». La Teodori inizia la descrizione del suo viaggio attraverso la Spagna da Barcellona, nei giorni della fucilazione di Grimau: l'indifferenza che domina in città per il dramma che si sta svolgendo sotto i suoi occhi è strana, anormale, e suscita insieme tristezza e paura. Madrid, poi, ci viene presentata come una città addormentata, un grosso animale in letargo•, con la sua borgl1esia priva di spina dorsale, « che ricorda la borghesia italiana negli ulti1ni anni del fascismo», serva del - regime, ar1che se si vanta di parlarne male, a bassa voce. Gli intellettuali hanno a Madrid il loro centro, e tuttavia i loro sforzi servono a ben poco: i libri sono sottoposti ad una censura preventiva durissima, e, anche quando· per ventura riescono a superare questo scoglio, la loro diffusione è molto limitata, a causa dei prezzi proibitivi con i quali vengop.o offerti al pubblico. I giornali sono strettamente controllati e perta11to gli intellettuali dell'opposizione, nel tentativo di supplire con i loro scritti a questa- carenza di informazione, ha11110dato avvio· ad -una ripresa del realismo ·sul piano narrativo (in contrasto co-n l'affermarsi di altri mezzi espressivi nel resto d'Europa). Il distacco fra il Nord, avanzato in senso capitalistico, ed il Sud, latifon· distico e sottosyiluppato, è incolmabile: passando dall'uno all'altro si ha rimpressione di entrare in un altro secolo, in un'altra « dimensione umana», di percorrere un viaggio a ritroso nel tenipo. L'oppressione si fa pesante,· dovunque s'incontra la scura figura della « guardia civil » a fianco del « peone», affamato e terrorizzato. E qui l'autri~e distrugge il quadro di un'Andalusia folkloristica e soddisfatta delle sue tra- \, 107 Bibliotecaginobianco

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