Giorgio Granata ficienti - ravvisava erro-neamente, ad ese1npio, rifacendosi al Patto GentiIoni e alla « mano tesa» dai cattolici ai liberali, _nel proposito di puntellare un edificio oramai pericolante di fronte all'assalto dei socialisti al veccl1io Stato, larghe possibilità di collaborazio'11e fra liberalis1no- e cattolicesimo, e proclamava, al contrario, l'inco,nciliabilità tra quest'ultimo e il socialismo - Spadolini rovesciava, addirittura, i termini del gioco, e arguiva già per altri aspetti quello che sarebbe stato l'avvenire. Quanto è accaduto poi, è, infatti, la conferma delle sue tesi originali ed eversive, che, nel 1950, misero il campo a rumore, vennero giudicate iconoclastiche ed impertinenti, perché mandavano all'aria certi ben co·ngegnati scl1eìni, ancora correnti, e· che, tuttavia, non spiegavano più nulla. La seconda parte di questa nuova edizione del vo,lume, in co,nseg11enza, è una raccolta - sotto l'indicativo titolo: Da Pio XI I a Paolo ·v I - di articoli e di studi, rapsodici e legati ad episodi singolari e puntuali, ma che, tutti insieme, offrono una conferma ed una verifica dello schema tracciato dal Nostro con notevole anticipo sui tempi. Il merito di Spadolini va ricercato, insomma, nell'aver co-mpreso - e nell'aver fatto comprendere ad altri - che la Chiesa può ancora giungere ad un accordo con il socialismo - non, s'intende, quello ateo e materialistico -, mentre non arriverà mai a trovare punti di co•ntatto, per la contraddizione che non lo· co,nse11te, con il liberalismo, per lo meno con quel_la particolare specie di liberalismo, alla cui i!]-segna fu costruita gran parte del mondo moderno, e venne perseguita, in particolare, l'unità d'Italia. · Vi sono infatti, due specie, si potr~bbe dire, di socialismi: l'u110-che è una protesta, mai sopita e continuamente risorgente,. in difesa degli umiliati e degli offesi, dei poveri, contro il capitalismo e la sua volontà di potenza, nei riguardi della quale il cattolicesimo no·n ha nulla a che dire, anzi; vi è poi un'altra specie ·di socialismo, quella assunta, ad esempio, in Russia, co·n cui da parte del supremo magistero di Pietro non sarà mai possibile, invece, scendere a patti o a compro,messi. La distinzione è fondamentale: il socialismo di genere marxistico co,ntrasta irri1nediabilmente con la WeZtanschauung cattolica, presuppone una fiducia cieca ed indiscussa nell'uo,mo, che è, invece, un essere imperfetto e incompiuto, sottintende l'eventualità di poter fondare in questo mondo una società felice e perf_etta: appunto, il sogno millenaristico nutrito da Marx, di pervenire, in definitiva, ad un mitico universo, nel quale tutti i contrasti si sarebbero acquietati e le lacerazioni composte, una specie, dunque, di paradiso in terra, che la Chiesa non potrà mai accettare, dal momento che, a suo giudizio, la vera letizia è ultratèrre11a, e l'ottimismo comunista rist1lta, quindi, per non dire altro, ingenuo e superficiale. La lotta di classe presuppo•ne, infine, un'altra fiducia: quella nella virtù taumaturgica della storia, nella sua pretesa capacità di far sortire dal male il bene -- il proletariato, la couche eletta, che si sostituisce alla bor- ,... ghesia, come questa a su9 tempo aveva rimpiazzato la nobiltà - mentre, secondo il pensiero cattolico, la faccenda è molto più complessa: non esi102 \ Bibliotecaginobia-nco
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