Nord e Sud - anno XI - n. 53 - maggio 1964

Recensioni estera, ma anche dal turbamento che la lotta alla Chiesa ingenerava nella coscienza dei catto1ici. La presa di Roma nel 1870 fu quindi un avvenimento rilevante nella vita del giovane Stato unitario: ma per chiudere veramente la questione occorreva anche regolare i rapporti col Pontefice, contrario ad ogni accordo, stabilendo un modus vivendi che non offendesse le potenze cattoliche ed i fedeli, cosa che ftt compiuta con alto senso di responsabilità dalla classe dirigente mo·derata. Ma nel 1870 quale fu· con precisione lo schieramento dei partiti e delle correnti di opinione di fro•nte al grosso problema dei rapporti col Papa e con la Chiesa? quali furo.no in concreto le soluzioni proposte? e come si giunse all'approvazione della legge per le gt1arentigie? A qt1esti interrogativi risponde un recente volume di Aldo Berselli, La Destra storica dopo l'unità: l'idea liberale e la Chiesa cattolica ( « Il Mulino», Bologna 1963). Per meglio inquadrare l'atteggiamento della classe dirigente italiana verso la Chiesa nel periodo immediatamente successivo alla presa di Roma, l'autore parte dal 1869, dalla composizione del ministero Lanza-Sella, forn1azione in cui erano rappresentate le varie correnti del partito· moderato e facevano spicco le figure di Sella e Visco·nti-Venosta, deciso e capace di repentine risoluzioni il primo, prudente e portato alle negoziazioni il secondo. In verità quando il ministero fu composto, in cima a tutte le preoccupazioni era il pareggio del bilancio; quando, però, gli avve11imenti internazionali offrirono improvvisamente l'occasione di risolvere la questio.ne romana, il governo, sia p11re con le note incertezze, non se la fece sfuggire. Senonché, alla lib.erazione di Roma seguirono nel novembre del '70 le elezioni generali, che, con la fiacchezza della campagna elettorale, la preferenza accordata in molti luoghi ad esponenti di interessi locali e la bassa percentuale dei votanti, mostrarono chiara- . mente una crisi di programmi e di indirizzi politici. Alla nuova Camera toccò il compito di stabilire un ordinamento dei rapporti tra Stato e Cl1iesa improntato alle idee liberali. Solo pochi, infatti, sostennero la necessità di controllare la gerarchia ecclesiastica, allora ostile allo Stato unitario, con le vecchie armi del giurisdizionalismo; la grande maggioranza degli uomini politici si orientò decisamente verso una separazione che lasciasse piena 1ibertà alla Chiesa e dimostrasse la « civiltà» della classe dirigente italiana. Tuttavia, sul modo di attt1are questa libertà e sulla posizion.e da riconoscere al Papa, esistevarto notevoli divergenze, che non potevano ridursi alle tradizionali divisioni dei partiti. Sulla legge per le guarentigie si determinarono contrasti tra gli stessi rappresentanti della Destra, si formarono temporaneamente raggruppamenti di parlamentari che avevano i11 proposito le medesime idee, co,me q_uello che vide unirsi a Ricasoli e Peruzzi anche Minghetti nel tentativo di far trionfare le antiche aspirazioni del cattolicesimo liberale. Agli u~mini di questa corrente Ja presa di Ro,ma sembrava offrire l'occasione per favorire la riforma della Chiesa in senso democratico, mentre al contrario la completa indipendenza dello Stato . dalla gerarchia ecclesiastica avrebbe p·otuto portare, a loro parere, ad un rafforzamento dell'autorità papale soffocatrice della vera religiosità. In questo 99 Bibliotecaginobianco

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