Note della Redazione ragioni. Del prof. Palmieri non si era, infatti, mai parlato nelle complicate manovre delle settimane precedenti la elezione. Egli non faceva parte, inoltre, del Consiglio Direttivo del Co,nsorzio, che pure conta quarantadue 1ne1nbri, fra i quali era lecito supporre che si sarebbe potuto e voluto, se non proprio dovuto, trovare chi fosse degno della ,Presidenza. E, infine_, il ,vrof. Palmieri, docente di medicina legale, rion sembra sia stato scelto precisa1nente per noti e riconosciuti titoli di competenza nel campo così importante della direzione e della promozione di industrie. A tutt'oggi il maggior titolo di notorietà che il prof. Palmieri si fosse costituito come uomo _pubblico stava nel fatto di essere stato per alcuni niesi sindaco di Napoli e di essere riuscito, ùi tale veste, a portare avanti una giunta democristiana monocolore attraverso un continuo patteggiamento sotto e sopra banco con la destra laurina. Per queste ragioni l'elezione clel prof. Palmieri alla presidenza del Consorzio ha sollevato sorpresa e disappunto ùi tutti gli ambienti e., per quanto. ci risulta, nello stesso ambito della de1nocrazia cristiana, dalla quale la soluzione Palmieri è partita e alla quale il prof. Palmieri appartiene. E di questa sorpresa e disappunto non ha esitato a farsi interprete lo stesso Ministro per il Mezzogiorno, on. Pastore rispondendo alla Carnera ad u.na interrogazione rivoltagli in proposito dall' on. Lezzi. È apparso, infatti, evidente a tutti che questa solitzione è stata improvvisata all'ultimo momento (o - ed è lo stesso, se non peggio - è stata sapientemente e bravamente tenuta in serbo e tirata fuori i·n ultimo) come u110 dei soliti espedienti coi quali i democratici cristiani di Napoli si sono ormai avvezzati a co1nporre i loro dissidi iriterni, a darsi reciprocamente lo sgambetto, a riunire nelle proprie mani' quanti più « posti » è possibile, a promuovere cfii si vuole allontanare da determinate posizioni, e così via. E si pensi che il prof. Palmieri è stato eletto, tra l'altro, sulla base di un ordine del - giorno da lui non a1icora conosciuto e che dovrebbe servire a vincolarne e indirizzarne l'azio11e. La sorpresa e il disappunto generali sono perciò più che giustificati anche questa volta. Onde, anche se non crediamo che la classe dirigente democristiana di N.apoli riuscirà a far tesoro di questa nuova esperienza sbagliata, perché essa appare sempre più chiusa nei suoi miopi giochi di interessi e di potere, riten,iamo opportuno sofferniarci un tantino sull'argomento e cercare di dare espressione piìL nieditata al malcontento di cui sopra. Che cosa, in effetti, offende e sorprende di più nella nomina del prof. Palmieri? Forse - come è stato sostenuto dal giornale laurino di Napoli - il fatto che egli non sia un « tecnico »? Certo, questo è un aspetto importante della questione. Noi siamo sicuri che, a q·ualsiasi bravo 1nuratore si chiedesse di fare un lavoro da falegname, se ne riceverebbe un rifiuto. I « potenti » della vecchia classe dirigente di Napoli preferisco1io, invece, pensarla diversaniente. Ma il punto della questione non è, comunque, precisan,iente qui. In effetti, quel che noi troviarno criticabile nella scelta del prof. Palmieri è il tipo di scelta politica, non è il fatto che si sia prete.rito un « politico » 67 Bibliotecaginobianco
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