Jean Gott1-nann nuova per una società nuova, un· simbolo temuto, odiato, ammirato, amato » 10• Alla massa di pietra, ornata di bassorilievi, fa seguito il merletto di metallo attraverso il qt1ale gioca la luce; alle forme tozze e d'un'eleganza ben pia11tata, lo slancio verso l'alto. La maggior parte deg~i architetti rifiutano di vedere in questa torre un'antenata dei grattacieli: « È un ponte cl1e Eiffel ha messo all'impiedi », dicono. Eppure, l'emozione profo·nda che lo spettacolo della Tour Eiffel ha suséitato nello spirito popolare non è molto differente da quella che fecero· più tardi provare I'Empire State e poi il Seagrar,,i Building a Manhattan. Seguendo l'avanzata del pensiero scientifico e dell'evoluzione ~ociale, l'arte co·ntemporanea è penetrata in campi matematici, biologici, industriali, che l'artista di ieri ignorava o disprezzava. Co,urbet aveva già offeso il buon gusto della sua epoca dipingendo dei semplici operai al lavoro. Ai giorni nostri i pittori e gli scultori si dedicano· alle macchine e il disegno industriale assume, non solo per le automobili e gli aerei, ma anche per le pesanti macchine utensili, •a~petti artistici; ed ogn.i paese, ogni scuola l1a il suo stile. L'arte vuole seguire la scienza nell'esplorazio-ne dei segreti dell'universo, nell'analisi dei meccanismi interni della vita, della luce, della materia. Essa si. fa astratta, e a volte· viscerale; si sforza di penetrare, di esporre le profondità.· Il pittore può usare a quest·o fine simboli evocato 1 ri; ma che fa l'architetto? Egli adotta delle linee semplici, delle forme geometriche sciolte, gioca con le risorse nuove della luce e, invece di mascherare, espone alla vista dall'esterno la vita interna delle costruzioni. La luce è utilizI zata in diversi mo:di: un tempo la si dirigeva e la si rinchiudeva in opache muraglie, ed ecco che ora le si aprono dei larghi varchi in muri in cui abbonda il vetro; e, po,iché la si crea faciiment~ con sorgenti artificiali, colorandola a volontà, la si proietta dalla costruzione verso l'esterno, facendone un elemento- essenziale dell'estetica della facciata e del paesaggio stradale. Le luci della città divengono sempre più un fattore di estetica urbana, esprimendo lo spirito della civiltà locale. A New York, alle luci volgari delle insegne di Broadway, si aggiungono ormai lo scenario· teatrale delle· scogliere di cemento e le 1nir~adi di luci atto,rno· al Centrai Park:; e, nuovo stile artistico, il gioco delle tinte 10 HENRY CHUCHILL, Notes on a French Horn, II, « Journal of the American Institute of Architects », Washington, D. C., XXXIX, 2, Febbraio 1963, pp. 27-30. Si potrà utilmente leggere l'eccellente libretto dello stesso HENRY CHUCHILL: The City is the People, New York, 1962, soprattutto nell'edizione --d- elle Norton Library paperbacks che contiene un epilogo in cui si confrontano i recenti sforzi in materia d'urbanistica negli Stati Uniti e in Europa. 26 Bibliotecaginobianco •
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