Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Alberto Ronchey da facilitare non solo la rinuncia perpetua di Bonn al deterrent autonomo (l'impegno del '54 a non produrre e ~on detenere bombe nucleari fu un atto unilaterale) ma la rinuncia ad ogni indiretta partecipazione alla « difesa nucleare ». Berlino non è in Gran Bretagna, la riunificazione non è problema inglese e inoltre anche dopo l'astension~ britannica resterebbe in Europa la forza atomica francese. Il seco,ndo motivo illustrato da Vittorelli è ancor più discutibile. Se la pressione del gollismo tedesco viene contenuta, questo è dovuto proprio alla prospettiva della « forza multilaterale», che consente a Erhard e ai socialdemocratici un discreto margine di resistenza agli oltranzisti. Quando si dice « dopo Strauss », o « dopo Adenauer », non si può attribuire a queste formule un valore eccessivo .. Strauss controlla gran parte dei 55 deputati cristiano-sociali di Baviera e può minacciare ogni giorno il ritiro dell'appoggio al governo; Adena·uer ( « cancelliere o,mbra » 01 « leone che ha spezzato le catene ») Von Brentano, e Krone muovono, i loro giornali; Von Hassel obbietta alla strategia americana della « escalation ». Kennedy è morto mentre si constatava che dinnanzi al problema ato,mico non esistevano più in Germania democristiani, socialdemocratici e liberali, ma solo kennediani e gollisti, e sappiamo che il gollismo tedesco è potenzialmente un fenomeno ben altrimenti serio che quello francese. Il lungo e concitato dialogo fra Johnson ed Erhard (consigliere più o meno occulto Acheson) non è accidentale. Nessuno dubita che un'atomiC:a tedesca significherebbe fra l'altro la concessione dell'ato,mica russa alla Cina il giorno stesso: benché remota, è questa possibilità che impone oggi le scelte, finché si è in tempo a determinare gli eventi. In quanto all'opinione pubblica tedesca e alla diffusione in Germania del nazionalismo atomico, basti ricordare che appena pochi giorni prima dell'uccisione di Kennedy un giornale come la Kolnische Rundschau adottava questo linguaggio : « Kennedy si occupa più dei negri dell'Angola e del Sud Africa che dei bianchi della Prussia, della Boemia e dell'Ungheria; Kennedy è per Krusciov la garanzia che la Bundeswehr tedesca non avrà nemmeno le più piccole armi nucleari ». Un altro giornale della destra democristiana, la Deutsche Zeitung, imputava a ~ennedy e Mc Namara rerrore di « non partire dal riconoscimento del diritto tedesco alle armi atomiche ». Queste citazioni non provano troppo: se Erhard regge alla polemica dei « cinesi del Reno », regge grazie all'ap-poggio americano e alla prospettiva della « forza multilaterale» comunque emendata. Ma il nazio(nalismo· atomico tedesco esiste, è forte e pressante. Per giudicare il potenziale dei fermenti tedeschi, non si può non ricordare anche il titolo che la Bild Zeitung 62 Bibliotecaginobianco

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