Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Raffaello Franchini ' dere che le sue osservazioni al riguardo abbiano avuto influenza sul Croce, il quale, com'è noto, ragionò da posizioni assai simili a quelle deruggieriane l'intero problema, in una celebre memoria 11 ; co-me sicuramente efficace do·vett'essere la lettura della Storia del liberalismo, che Croce fece nel periodo· in cui si accingeva a preparare i suoi lib~i sulla storia d'Italia e d'Europa. Gli articoli degli ultimi anni, e cioè quelli scritti quando il fascismo era già alle soglie del potere, rispecchiano tutta l'amarezza di chi vede, disgraziatamente, confermate dai fatti tutte le sue previsio·ni e tutti i suoi timori. In qualche momento prevale ancora l'ironia o il sarcasmo, . come là dove, fatto un parallelo tra fascismo e dannunzianesimo, De Ruggiero osserva che tra i due casi c'è « la so-la differenza dall'immaginazione alla pratica. Una differenza che non parrà tanto· grande a chi consideri il decorso naturale delle forme maniache » (Il Paese, 23 agosto 1922); ma altrove, di fronte all'inevitabile, De Ruggiero assume un atteggiamento di estrema severità, assolutamente coerente e giustificato dall'esattezza della diagnosi: « V'è ragione di credere che la ventata reazionaria soffierà anche più forte: così, un paese come l'Italia, di sentimenti liberali e democratici, può apparecchiarsi un regime schiettamente borbonico,»· (27 settembre 1922). E profeticamente prosegue: « non sarà male neppure un po' di disciplina ·militaresca, con quel corredo d'intelligenza, di perspicacia, di praticità che tutti sanno, ma non sanno ancora abbastanza. Per completare il quadro, bisognerà aggiungere un po' di polizia, di colore vecchio-austriaco, un po' di monarchia borbonica, e, se il Cielo vorrà esaudire il voto dell'on. Federzoni, un po' di regime concordatario che ridia alla Chiesa quell'influenza sulla vita civile che le è stata indebitamente tolta; e, allora, i vagheggiamenti dei nostri ultra-moderni coincideranno esattamente con quelli di nonna Speranza » (p. 570). Il fascismo gli appariva come una giusta punizione per chi aveva saputo meritarselo, anche se nel fondo restava, non detta ma evidente, la speranza che l'esperimento avrebbe avuto un carattere passeggero: « Bisogna guardarsi dal ritardare in qualunque modo gli eventi tanto fervidamente attesi dagli ignari » (ivi). Nel quadro- delle responsabilità per l'avvento• del fascismo, come dicevamo, De Ruggiero assegnava un posto di primo piano al Giolitti (tipica, a questo riguardo, la sua dura recepsione delle Memorie dello statista piemontese) e di riflesso al partito liberale: il che spiega le origini del suo atteggiamento politico nel secondo dopoguerra e la sua adesione al Partito d'azione, anche in 1~ Di un equivoco concetto storico: la « Borghesia» (1928), ora in Etica e politica (Ban, 1943). . 32 Bibliotecaginobianco

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