Note della Redazione insegnanti vengano pagati a dicen1bre, in arretrato, per un servizio che ad ottobre e novembre non hanno prestato. Né vale il rimedio adottato ( ma neppure coerentemente e integralmente) di lasci~re gli · incaricati nel posto dell'anno precedente fino a che essi non ricevano la propria destinazione o altri non vengano nominati ai loro posti. Non vale, innanzitutto, perché la nuova destinazione dei vecchi incaricati e la nomina dei nuovi rarissimamente, e solo per caso, sono sincronizzate; e non vale, soprattutto, perché la soluzione di continuità didattica, il senso di provvisorietà e di precarietà, e l'azione profondamente diseducativa del disordine imperante hanno tutto l'agio di maturare così i loro dannosi effetti. Ora tutti sappiamo quale imponente porzione del corpo insegnante della scuola secondaria italiana sia costituita da incaricati, e nessuno può pertanto sottovalutare la portata del relativo problema, che viene avvertito· acutamente anche dalle famiglie degli alunni e contribuisce, per la sua parte, ad alimentare quel sentimento di sfiducia verso lo Stato e i pubblici poteri, che è una componente (ahinoi!) ed una costante dello spirito pubblico in Italia. Non abbiamo assistito, proprio ad inizio di quest'anno scolastico alla « cacciata » di una maestra, in una scuola elementare del Trentino, da parte delle madri degli alunni esasperate (e avevano ragione) per il terzo cambio di insegnante in meno di un mese e mezzo di scuola? E nelle scuole elementari le cose stanno e vanno ancora un po' meglio che nelle scuole secondarie. È pertanto· assolutamente necessario che, con una opportuna regolamentazione (del resto, non difficile) di questa materia così important(;,, le nomine degli incaricati avven.gano ed abbiano corso alla fine di ogni anno scolastico per il successivo, di mo·do che al 1° di ottobre di ogni anno tutti gli insegnanti interessati sappiano quale sia la loro destinazione e, all'inizio delle lezioni, la possano tempestivamente raggiungere. Solo in casi eccezionali e imprevedibili o non altrimenti regolabili si dovrebbe sfuggire al criterio di sana amn1inistrazione qui proposto, evitando che l'eccezione diventi regola, co·me in effetti è accaduto. La scuola italiana subisce già il peso di troppe condizioni negative derivanti dai suoi ordinamenti (perché si tiene ancora in piedi la sessione autunnale con i suoi assurdi esami di riparazione?) e dalla sua gestione perché possa sopportare, senza danno, anche il disordine degli incarichi. Ma il disordine può aln1eno essere evitato; e il paese ha il diritto di attendersi che ciò avvenga, una volta che non si è trovato ancora il modo di ridurre gli incarichi stessi a fatti eccezionali e di dotare la scuola italiana di personale insegnante di ruolo nella massima 1nisura possibile. Cro~ache napoletane I mercati napoletani hanno se1npre fornito ampia materia alle cronache dei giornali, soprattutto a quelle dei giornali non 11-apoletani, meno sensibili alla preoccupazione di dispiacere ai notabili cittadini e non solleciti 26 Bibliotecaginobianco
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