Nord e Sud - anno XI - n. 49 - gennaio 1964

Lo spirito pubblico in Italia alla vigilia della seconda guerra mondiale essere pericoloso per la resistenza morale delle popolazioni qualora l'Italia :r>otesse essere trascinata malgrado la sua volontà di pace in un conflitto » s. Da Genova, si riferiva che « il sentimento bellico della popolazione ligure è ad un livello niolto basso » 9 , e ancora; poche settimane più tardi: « Tutta la popolazione non sente affatto la guerra, non la vuole, la depreca. Mentre la parte incolta, quella di cui fa parte l'uomo della strada, non percepisce la necessità delle rivendicazioni italiane, quella che legge, che discute - sia pure nei caffè - è convinta, invece, che alla guerra ci trascinerà la Germania, che da un conflitto vittorioso trarrà i massimi vantaggi, mentre l'Italia subirà i maggiori danni, danni incalcolabili, perché infinitamente più esposta agli attacchi aerei e marittimi. Si è, insomma, convinti della più completa vulnerabilità dell'Italia, per la sua specialissima posizione geografica, degli inc_alcolabili sacrifici che dovrebbe sostenere e ciò, principalmente a beneficio della sua alleata; alleata per modo di dire, si va affermando, poiché la Germania sarà la nazione che imporrà domani la sua egemonia, alla quale, per primo, dovrà sottostare il nostro paese». E l'informatore continuava denunciando subito dopo il bassissimo morale e la ben sçarsa volontà di combattere della maggior parte dei richiamati alle armi: « Ufficiali richiamati hanno espresso delle serie preoccupazioni sui richiamati; molti di questi hanno già fatto una o due guerre e non vogliono più saperne. Se è vero, fra i richiamati non mancherebbero coloro i quali fanno notare che è possibile sparare davanti o sparare anche di dietro ed a coloro che hanno obbiettato che molte volte, per evitare sorprese, sono collocate delle mitragliatrici alle s Ivi, busta Pisa. 9 Ivi, busta Genova. Rapporto del 1° luglio 1939. Fin dalla primavera il segretario federale di Genova, Giuseppe Massa, aveva tuttavia protestato che le segnalazioni degli informatori sulla spirito pubblico in Liguria erano tendenziose e non rispondenti al vero. In una sua lettera dell'8 aprile, diretta al segretario del P.N.F., aveva scritto in proposito: « Quanto fa oggetto delle segnalazioni numeri 48652/B, 48656/B e 48672/B, non corrisponde assolutamente alla verità. La popolazione ligure e non soltanto di Genova centro ma anche delle Riviere sia di levante che di ponente non teme affatto la guerra, né ha alcun risentimento contro la Germania. Ho mandato elementi fiduciari sui treni delle linee di levante e di ponente, i quali mi hanno riferito che tutti i commenti sentiti concordano nell'-approva're la decisa azione del governo. L'umore del pubblico in genere è sempre più francofobo ed assolutamente ostile all'azione dei Governi francese e britannico ». Dato che i federali fascisti erano direttamente responsabili dell'opera di propaganda e delle condizioni dello spirito pubblico nelle rispettive circoscrizioni, non desta meraviglia che il quadro ch'essi tracciava110, per gli organi centrali del partito, dello stato d'animo della popolazione, fosse assai più roseo di quello degli informatori. Sempre da Genova, un informatore scriveva, in data 25 ap,rile 1939: « L'opinione pubblica genovese che era già allarmatissima perché temeva la imminenza di una guerra con la Francia, è rimasta sorp·resa dalla improvvisa occupazione dell'Albania, ed ha accolto tale avvenimento senza eccessivi allarmi, nella speranza che la ' deviazione in Adriatico', come viene denominata la nostra impresa in Albania, possa allontanare il pericolo della guerra tra la Francia e l'Italia». - 121 Bibliotecaginobianco

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