Il PSI e la politica estera non si lasci dominare, co1me si è lasciato dominare in larga parte fino ad oggi, dai grandi mono·poli industriali e finanziari. D'altra parte, proprio per l'azione che svolgono alcune nazioni nell'interno del Mercato comune, dobbiamo dire con estrema chiarezza che non possiamo tollerare che il Mercato comune continui a svilupparsi come un blocco autarchico, il quale, proprio perché è un blocco autarchico, finirà fatalmente per essere dominato dalle nazioni economicamente più potenti di questo blocco. Contrasta quìndi con gli interessi precisi del 11ostro paese che questo blocco rimanga chiuso, perché, se esso rimanesse chiuso, sarebbe necessariamente diretto, dal punto di vista economico, ma più tardi anche dal punto di vista politico e forse anche da quello militare, da altre nazioni, come la Francia o la Repubblica federale tedesca. Se, invece, no·n vuole essere un blocco autarchico, il quale tra l'altro ha finito anche col dovere accettare alcune delle co-nseguenze che derivano da questo suo attuale carattere, come l'associazione al Mercato comune di quegli Stati africani che facevano parte dell'antica Comunità franco-africana, il MEC deve accogliere nel suo seno altri paesi. Ottima cosa, comunque, l'associare al Mercato comune paesi del terzo mondo, ma in questo caso si è trattato pure di una scelta politìca, poiché si è fatta la scelta di quei soli paesi del terzo mondo che erano stati già colonie della Francia, operando una discriminazione nei co·nfronti degli altri. Perciò, in pari tempo si è chiusa la porta agli altri e la si· è chiusa ancora più bruscamente con la rottura delle trattative con la Gran Bretagna. - Noi chiediamo pertanto che questo mercato oggi chiuso, questo Mercato Comune a tendenze neocolonialistiche, diventi veramente un grosso blocco economico, capace, accanto agli Stati ·Uniti e accanto all'Unione Sovietica, di far nascere di nuovo una speranza in quei paesi del terzo mondo, che, tra l'altro, con gli Stati facenti parte del Mercato Comune, hanno· avuto, nel passato, la maggior parte dei loro scambi e dei loro movimenti di capitali. Ma se si vuole anche rompere questa situazione di. chiusura, di autarchia, si deve pure proiettare il Mercato Comune, come si proiettano, da un lato, gli Stati Uniti, e, dall'altro, l'Unione .Sovietica, su un terreno di larghi scambi con tutte le parti del mondo. Vi pu_ò essere stat~ la necessità, durante la fase costitutiva originaria del Mercato Comune, di tenerlo chius~'"l come chiusa rimase l'Unione doganale tedesca al momento della sua costituzione, perché, quando nasce, una nuova comunità economica ha anche bisogno di proteggersi, per farsi le ossa. Ma oggi il Mercato Comune si è fatto le ossa e comincia- a rompersele 83 Bibliotecaginobianco
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