Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Paolo Vittorelli re_no, lo si voglia o no, è il terreno dell'equilibrio delle forze che si è creato dal 1949 in poi fra i due blocchi contrappo~ti; equilibrio che è stato definito del terrore, perché riposa sul riarmo atomico e sulla fabbricazione di una tale scorta di armi termonucleari, da permettere oggi all'Unione Sovietica e agli Stati Uniti d'America non soltanto di distruggersi totalmente a vicenda, da chiunque venga l'iniziativa di sferrare il primo colpo in un conflitto termonucleare, ma anche di arrivare alla distruzione totale del mondo, qualora scoppiasse un conflitto di questo tipo. Si tratta dunque di esaminare la prospettiva di sviluppo di questa nostra seconda ipotesi di lavoro, quella dell'equilibrio. Esiste forse oggi un equilibrio fondato sul terrore, un equilibrio che deriva da una politica di riarmo. Ma il riarmo atomico sul quale si fonda questo equilibrio del terrore è ormai finito a un punto di saturazione, perché gli Stati Uniti hanno un potenziale atomico sufficiente per distruggere cinquecento volte l'Unione Sovietica, e quest'ultima deve avere a sua volta un armamento atomico dello stesso ordine di grandezza; a questo punto, cioè, sia gli Stati Uniti, sia l'Unione Sovietica possono concludere accordi per la sospensione degli esperimenti termonucleari e potrebbero anche concludere accordi per la sospensione della fabbricazione di armi atomiche e missilistiche perché quelle esistenti bastano largamente ad assicurare l'equilibrio fra i due blocchi e la loro rispettiva sicurezza, quali che sia-no i progressi che si possano compiere nell'uno o nell'altra campo dal punto di .vista balistico e termo,nucleare. Se, dunque, siamo giunti a questo punto di saturazione, si tratta di vedere se non si possa rovesciare questa prospettiva di equilibrio fondato sul terrore per giungere ad un altro tipo di equilibrio, che, naturalmente, può determinarsi solo gradualmente: l'equilibrio fondato sulla distensione, sul disarmo, sul disimpegno-. Noi riteniamo che un equilibrio fondato sulla distensione, sul disarmo e sul disimpegno rientri nelle prospettive aperte dagli ultimi incontri e dagli ultimi accordi tra le due maggiori potenze del mondo che certamente si ·rendono conto di essere giunte ad una grande svolta nei propri rapporti politici, diplo~ matici e militari, e di dovere quindi costruire qualcosa di diverso da un potente sistema di armamenti missilistici e termonucleari, e cioè, in parole povere, costruire la pace. Se questi sono gli sviluppi della nostra seconda ipotesi di lavoro,, ne scaturisce una terza: il disarmo, che ·non è più solo un auspicio di tutti col9ro che amano la pace, - anche questa è un'espressione platonica -, ma che può diventare una necessità politica, militare ed economica, perché, giunti a questo punto di saturazione del riarmo ato-mico delle due maggiori potenze 78 Bibliotecaginobianco

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