Note della Redazione di uomini e gruppi cui pure sembrava lecito aprire un certo credito - magari condizionato - per le intenzioni di prati.care strade nuove che avevano manifestato. Sono vicende, cioè, che non inducono nemmeno alla indignazione, come ai tempi di Lauro e delle fornicazioni fra DC e Lauro, ma inducono alla noia. Le varie correnti della DC si sono ridotte a muoversi in un labirinto di tatticismi, divise le une dalle altre per implacabili rivalità di uomini e di « gruppi di potere». Non si può impostare una seria battaglia politica di rinnovamento civile perché il gruppo di Gava e il gruppo di Leone, combattendosi accanitamente, fanno sì che gli altri partiti, socialdemocratici e socialisti, pur animati dalla migliore buona volontà, no1z possano mai trovare un interlocutore nella DC, che sia veramente un interlocutore politico e non una rissosa federazione di cangianti clientele. Accade perfino che, non potendosi formare una maggioranza, non si può neanche sciogliere l'amministrazione perché gli uni temono che il commissario possa essere nominato da Leone e gli altri temono che possa essere fatto nominare da Gava. Il sindaco· Clemente che poteva cadere in piedi, e presentarsi a imminenti elezioni come uomo nuovo per una situazione nuova, che l' elettorato avrebbe potuto contribuire a creare sulla base di chiare indicazioni politiche, è invece finito a capo di un'amministrazione che si regge su formule bizantine e soprattutto sul voto favorevole dei monarchici, non corretto, né correggibile con l'astensione dei socialisti, i quali comunque hanno fatto il possibile per salvare il salvabile. E per giunta si vuol far credere che per uno « stato di necessità » non si poteva fare altrimenti e che così si è salvata la possibilità di rendere o_perante la legge speciale. Ma in reaZ-tàsi sono soltanto imbrogliate le carte e l'opinione pubblica è disorientata, per un verso, annoiata, per ttn altro verso. Il fatto è che la soluzione può essere cercata solo nella modificazione degli orientamenti dell'elettorato, di cui si avevano promettenti sintomi, ma che deve essere stimolata da una estrema chiarezza, come dicevamo, delle indicazioni politiche. Si doveva sciogliere quest'amministrazione sulla base di un'indicazione di centro-sinistra e chiedere, a brevissima scadenza, che l'elettorato si pronunciasse pro o contro questa indicazione. Adesso non resta che augurarci una cosa: che, malgrado il deterioramento della situazione e delle stesse prospettive future seguito alle ultime vicende, l'indicazione politica precisa possa egualmente emergere dalla discussione che deve aver luogo in Consiglio Comunale sul programma di attuazione della legge speciale. Si è detto, infatti, che i «pasticci» cui si è dovuto ricorrere (e per cui si sono visti i rnonarchici votare a favo re dei democristiani, i socialdemocratici votare contro e dimettersi dalla giunta, i socialisti astenersi e i comunisti gettare bastoni fra le ruote dei socialisti per poi votare insieme ai missini contro la giunta) sono stati « combinati » allo scopo di far « sopravvivere » il Consiglio comun,ale e consentirgli di «discutere», per chiarire così le « posizioni dei vari partiti sulle prospettive di sviluppo della città »; di modo che, una volta sciolto il Consiglio comunale e nominato il commissario, quest'ultimo risulti vincolato proprio dalle 54 Bibliotecaginobianco
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