Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Alfredo J'es ti invece, come quella aziendale, è caratterizzata da uno stretto rapporto di interconnessione tra i suoi vari elementi. No11 solo : l'assistenza deve . . anche essere fornita con dati, statistiche, documenti continuamente aggiornati. Così la promozione, se vuole essere efficace, non va condotta episodicamente, ma in modo organico, continuativo e penetrante. Auguriamoci che dinanzi a compiti così importanti, vasti ed urgenti, si voglia agire con sufficiente rapidità e decisione, tanto più che la nuova realtà che viene determinandosi nel Sud pone quotidianamente nuovi problemi, rispetto al cui accavallarsi è facile rimanere indietro (ma no,n sarebbe meglio prevederli in tempo,?). Alludiamo in particolare al caso dei Consorzi per le aree (o nuclei) di sviluppo industriale.. Certo ogni discorso sui Consorzi, per la stessa complessità dell'argomento, rischia di portare molto lontano; e tuttavia non si può non rilevare cl1e la situazione in cui versa la maggior parte dei Consorzi rappresenta una delle più pesanti remore al compimento della rafforzata politica meridionalistica del 1957. Ci sarebbe da ricavarne, da tutta la vicenda dei Conso-rzi, se ve ne fosse ancora bisogno, una conferma a quanto si diceva della classe dirigente_ meridionale. A parte l'eccessiva proliferazione di questi enti (siamo arrivati a 37 consorzi riconosciuti), la quale da sola minaccia di togliere incisività e slancio alla politica governativa in questo settore, i consorzi, anche quando la loro creazione sia giustificata da effettive potenzialità di sviluppo del territorio, non trovano negli enti locali il sostegno e la partecipazione necessari per intraprendere seriamente la loro azione. Sarebbe dunque auspicabile che l'IASM affiancasse, all'attività già svolta a favore dei privati, un'attività a specifico favore dei consorzi, fornendo loro aggiornate informazioni sui progressi e gli orientamenti (settoriali e geografici) delle iniziative sia private che pubbliche, allo scopo di permettere a questi enti di inserirsi nelle correnti in atto, o quanto meno qi regolarsi su di esse. Infine, un più deciso intervento dell'IASM sul pia110 della ricerca sistematica delle occasioni d'investimento, quando questa fosse indirizzata nel senso delle ripartizioni territoriali consortili, potrebbe dar luogo a tangibili risultati, a una fioritura di nuove iniziative, caratterizzate da una buona scelta ubicazionale. Certo con queste poche righe non abbiamo che sfiorato la complessa problematica connessa alla nascita e alla vitalità dei consorzi; e tuttavia le questioni che si sono indicate non devono essere sottovalutate, ma devono essere appunto approfondite e avviate a soluzione senza ulteriori ritardi. ALFREDO TESTI 48 Bibliotecaginobianco

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