Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Recensioni L'Italia modellata È cominciata anche per l'Italia la stagione dei modelli econometrici. Il primo ad apparire è stato quello apprestato dalla prima Commissione per la Programmazione: appena un embrione di modello, che contava solo dodici equazioni, e tentava una prima descrizione sommaria delle grandi travature dell'economia italiana. Appare ora un nuovo modello, dovuto allo Ackley, uno studioso americano che ha soggiornato a lungo in Italia e che di recente è assurto agli alti ranghi della politica economica statunitense (G. AcKLEY, Un modello econometrico dello sviluppo italiano nel dopoguerra, Giuffrè). Da un modello econometrico non ci si può attendere molto: i risultati dipendono così strettamente dalla impostazione iniziale che essi finiscono spesso col riflettere più la visione personale dell'autore che il meccanismo dei fenomeni economici. Sotto questo profilo, ogni modello, per il fatto stesso di accogliere alcune relazioni e di esclud~rne altre, presuppone che l'autore abbia accettato una teoria economica ad esclusione di altre. Se i dati statistici disponibili si adattano al modello prescelto, se ne può dedurre che la teoria « spiega» i fenomeni osservati; è lecito dedurne anche che la teoria permette di prevedere gli svolgimenti futuri? Nei fenomeni economici l'elemento di novità è spesso preponderante; giustamente osserva l'Ackley che un modello econornetrico serve non tanto a prevedere il futuro quanto a comprendere il passato. · Il modello di Ackley consiste essenzialmente in una analisi accurata della domanda globale nel periodo 1951-1961. Si sarebbe tentati di pensare che, a giudizio dell'autore, le forze della domanda siano state determinanti nello sviluppo economico italiano; ma questa interpretazione cade di fronte alla dichiarazione delrautore che questo era l'unico genere di modello consentito dai dati statistici disponibili. Se la scelta del modello è stata una scelta forzata, non ci si può attendere che esso getti luce esauriente sulle vicende della economia italiana. Effettivamente si ha l'impressione che tutta l'analisi dell'Ackley, sia stata rigidamente condizionata, oltre che nell'impostazione anche nei dettagli, dalla scarsità di dati ufficiali pubblicati e dalla determinazione dell'autore di attenersi unicamente ed esclusivamente a tali dati, senza effettuare alcun tentativo per allargare le fonti di infor- • maz1one. L'Ackley parte implicitamente da uno sche1na teorico keynesiano: i pilastri della sua costruzione sono costituiti dalla domanda di beni di cònsumo e dalla domanda di beni di investimento. Ackley suppone che la domanda di beni di consumo sia funzione diretta del reddito disponibiile, secondo una formulazione ormai comunemente accettata; l'unica modifica ; che egli introduce è quella di aggiungere accanto al reddito corrente anche il reddito passato. Tale modifica non è però dettata da considerazioni di 115 Bib~iotecaginobianco

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