I problemi europei e la politica economica internazionale come il partnership euro-americano, hanno ritenuto· di dover seguire ancora una volta la strada secondo cui dai primi successi ottenuti in campo economico è facile passare a più ampi e cogenti accordi politici. In verità, si tratta di una strada che la esperienza dimostra non meno difficile di altre e tale, anzi, da poter creare ostacoli talora maggiori di quanti se ne troverebbero aggredendo direttamente la problematica politica. Nel caso specifico, i problemi economici, se proposti al di fuori di ogni enfatica aspettativa politica, non avrebbero perso per questo la loro cruda urgenza, né il loro obiettivo peso politico, ma non sarebbero stati caricati di valenze politiche esorbitanti. D'altra parte, non è parsa valida, a questo riguardo, nemmeno la prudenza di quegli europeisti che hanno insistito sulla necessità, per l'Europa, di non bruciare le tappe, di non mettere subito in discussione la tariffa esterna comune, che è da considerare un fattore obiettivo di integrazione. Non sempre, infatti, i problemi possono essere affrontati uno alla volta; talora è necessario invece affrontarli tutti insieme, o comunque in parallelo. Le proposte americane hanno posto all'attenzione dell'Europa almeno due problemi di portata mondiale: da una parte, le difficoltà della bilancia dei pagamenti USA, e conseguentemente le difficoltà dell'equilibrio del sistema monetario internazionale; dall'altra, le esigenze di una ulteriore liberalizzazione del commercio mondiale, finalizzata allo- sviluppo dei paesi arretrati. Si tratta di problemi non di domani, ma già di oggi, a pieno diritto. E certo, studiarne l'~deguata soluzione significa, da parte europea, stt1diare anche come ciò possa conciliarsi con le esigenze del processo di integrazione economica dell'Europa. L'avvio ad un approfondimento della questione è stato dato, per la verità, dalla çommissione della CEE con il « programma d'azione » per la « seconda tappa», pubblicato alla fine dell'ottobre 1962. Il documento- affronta con ampie visuali (le ampie visuali che possono essere concesse alla Commissione senza cl1e esorbiti dalle sue funzioni) i problemi dello sviluppo della Comunità Europea e pone chiaramente il tema della programmazione economica a livello· inter-statuale. È proprio questo, in realtà, l'argomento che dev'essere dedotto in discussione nell'affrontare il pro,blema della smobilitazione doganale. Né è paradossale che un'attuazio·ne libero-scambista comporti maggiore impegno sul piano del coordinamento delle politiche economiche a livello comunitario. Infatti, l'eventuale realizzazione_ di un ampio disegno. liberoscambista, sotto l'ingente pressione del progressivo incremento· del con1mercio internazio-nale, può portare al sostanziale e radicale svuotamento della politica doganale quale strumento di governo dell'economia. 9 Bibliotecaginobianco
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