Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Do1nenico De .lvlasi all'autonon1ia regionale completamente impreparata ed ha sprecato per tornaco11ti individuali uno degli strt1mer1ti che avr·ebbe potuto essere più efficace ai fini della s11a ri11ascita: i pregi del regionalismo sono stati in parte frt1strati e, nell'asser1za di un sano e diretto intervento governativo, l'isola ha assistito al libero gioco di fattori negativi e fat-- tori positivi endogeni. Ma, per quanto strano ciò possa sembrare, sono questi ultimi che vanno prendendo lentamente il sopravvento .. I fattori negativi sono· stati costituiti: a) d.a taluni aspetti del sistema giuridico italiano; b) dalla scorrettezza di certi membri della forza pubblica; e) dall'orientamento reazionario del clero locale; d) dalla spregiudicatezza con cui alcuni esponenti politici l1anno lasciato che intorno alle loro cariche si organizzassero grappoli di clientele. a) lJa magistratura applica la legge e cerca di far rientrare nelle figure delittuose da essa previste il maggior numero possibile di fattispecie concrete. Però certe volte - e qui sta l'aspetto che taluni giuristi chiamano drammatico e cl1e ad aitri può sembrare comico· - un fatto certamente criminoso non può essere contemplato se 110n si trova la figura giuridica, il cavillo linguistico, cl1e permetta di siste1nare tre o quattro significati là dove la norma ne aveva previsto solamente uno (è ormai di prammatica l'esilarante ese1npio di Carnelutti c4e, per classificare la pena di morte, ricorse alla figura di espropriazione per pubblica utilità). E co·sì la magistratura si sforza da anni i11Sicilia per sussumere nel codice la stravagante varietà delle azioni mafiose; ma fino a quando non trova la parola adatta, il cavillo giusto, la scusa intellettt1ale, il delinquente si go-de i11disturbato il suo bottino, coperto dall'impunità che gli deriva dalla formula di « assolto per insufficienza di prove ». Virgilio Titone, sul « Corriere della Sera » del 7 luglio scorso, si è addirittura provato a suggerire qualche intuizio·ne: « Per gli espulsi ed indesiderabili - egli scrive - e, se occorresse, anche per i loro familiari biso·gnerebbe stabilire la confisca dei beni acquistati, a cominciare dall'insultante automobile: e a tal fine si potrebbe ricorrere a una figt1ra giuridica nuova, il risarcimento di danni materiali e morali in favore della collettività diffamata all'estero dalla co·ndotta di connazionali censurati o immorali ». Certo è che, secondo l'ultima relazione di S. E. Guido, Procuratore Generale di Caltanissetta, durante il periodo considerato dalla relazione, su 4976 delitti definiti in fase istruttoria nel distretto di quella Corte d'Appello, 1468 si sono chiusi con sentenza d'improcedibilità dell'azione penale per essere rimasti ignoti gli autori dei reati. Alle difficoltà semantiche ed interpretative dei diritto, si aggiungono gli inc~nvenienti e le remore insite nella sua pratica applicazione, 28 Bibliotecaginobianco

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