Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Do1nenico De· Masi zione morale di questa attività. criminosa: oggi un. mafioso non è considerato uomo d'onore, ma delinquente; e non suscita l'antica ammirazione neppure negli strati più umili delle popolazioni. Oggi, da parte di quasi tutti i siciliani, una morte violenta è considerata sempre delitto e un delitto presuppone l'assassino e non più l'esecutore benemerito di un tribunale invisibile. Questo, naturalmente, è un giudizio che investe trasformazioni in atto e quindi più suscettibili di essere « sentite » che di essere dimostrate, perché è ancora impossibile farne oggetto di una precisa analisi quantitativa. È però certo che basta avere una sufficiente familiarità con le cose di Sicilia per percepire nettamente queste trasformazioni e compiacersi della loro già notevole portata. Perciò ho letto con perplessità l'affermazione di Gianfranco Piazzesi ( « Corriere della Sera » del 6 agosto scorso) il q11ale, volendo scorgere nei recenti fatti di sangue palermitani gli stessi caratteri dell'attività mafiosa tradizionale, si riferisce agli attuali gangsters affermando che « la mafia non è cambiata. Le tradizioni e i metodi sono quelli di sempre. Come cinquanta, cento anni fà, essa basa il suo potere su tre co·mponenti psicologiche: l'omertà, cioè la legge 110n scritta cl1e salda il fronte degli uomini d'onore, la paura, che cuce la bocca ai' sudditi', e una terza,-più sfumata e più ambigua, che no11 è possibile definire con una parola sola. Il mafioso è uomo 'inteso•', cioè ascoltato con sottomissione che ora sa di timore, ora di ammirazione e di rispetto ». Io ho invece riportato dalla Sicilia un'impressione opposta: la paura è rimasta, ma va scomparendo l'omertà e i mafiosi sono sempre meno « intesi ». Il siciliano, che oggi si rifiuta di testimoniare contro i vari Bontade, Greco e Di Peri no11 lo fa per restare fedele alle norme tralatizie che dovrebbero stringere in un'unica società se stesso e questi signori, ma lo fa più semplicemente per salvarsi .dalle loro rappresaglie. Anche in gergo dialettale (e lo studio del dialetto permette i più sicuri approcci con l'animo siciliano) egli non è più chia1nato omo di panza, cioè uomo coraggioso che rifiuta di collaborare con la polizia, ma omo sca11tarusu, cioè uomo pauroso della stessa paura che potrebbe avere anche u11 lombardo o un veneto alle prese con deliquenti senza scrupoli. E così pure in declino l'autorità di cui godevano i mafiosi e che è stata minata dai loro metodi spesso impopolari, dalla loro arretratezza e dal loro analfabetismo oltre che dalle mutate condizioni economiche generali per cui i più giovani sono meno ignoranti e le masse sono me110 dominabili: si potrebbero riportare decine di casi quasi patetici di questo declino che ha accompagnato l'attività e la rispettabilità di molti mafiosi 22 Bibliotecaginobianco

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