Giovarzrti Coda-/'lunziante Per ogni prodotto dallo studio del trend si prende lo spunto per una accurata descrizione di quanto accaduto dal 1~23 al 1959; e tale descrizione ci è sembrata sempre rr1olto chiara ed interessante, tanto che a nostro ·avviso essa può essere considerata più cl1e un prodotto secondario dello studio di previsione. Viene infatti in questa maniera messo in luce, con la indiscutibile forza dei numeri, l'evidente effetto di alcune politiche economiche del passato sulle vicende produttive della agricoltura italiana. Le previsioni sono state eseguite sia per l'intero paese che per i cinque seguenti raggruppamenti regionali: Triangolo Industriale, Italia Nord- orientale, Italia Centrale, Italia Meridionale, Isole. Questa suddivisione è di estremo interesse, prestandosi a considerazioni e paragoni, che purtroppo non è possibile riportare .in questa sede. Lo stesso dobbiamo dire del resto per tutti quei p·articolari concernenti le singole previsioni, che solo una lettura accurata del testo può mettere in luce. Dal canto nostro dovremo limi- . tarci a poche considerazioni sui risultati più generali dello studio. T·re sono i criteri più significativi dei confronti che possono venir fatti tra la situazione attuale e quella risultante dalle previsioni alla fine di questo decennio. Quello relativo alle variazioni delle diverse culture ed alla evoluzione della ripartizione della superficie agraria tra di essé in primo luogo, quello relativo al progresso tecnologico; poi quello relativo alla variazione delle rese unitarie; in ultimo .quello relativo al valore della produzione lorda totale. Riguardo alla . evoluzione della ripartizione della superficie agraria, è interessante dare un'occhiata anche a quanto avvenuto in passato, risultando da questo confronto come, « mentre tra il. 1948/51 ed il 1955/57 la composizione rimane sostanzialmente immutata, dal 1955/57 ha inizio una graduale inversione della tendenza che è soprattutto evidente nel prossimo decennio ». Cosa « che mette in evidenza la influenza della diversa politica agraria seguita nei due periodi: tra il 1948/51 ed il 1955/57, anni della sostanziale riconferma dell'indirizzo protezionistico a favore delle culture cerealicole, ed il periodo successivo agli anni 1955/57, cl1e segnano la parziale svolta della politica agraria con il ribasso del prezzo ufficiale del grano, e la conseguente politica in favore degli allevamenti zootecnici ». Pur riconoscendo questa tende11za, bisogna subito dire che le variazioni, al 1970, nella destinazione della superficie agraria nazionale sono minime. I gros·si raggruppamenti comprendenti le piante erbacee e quelle arboree conservano le loro posizioni relative, passando le prime dall'88,3%. all'87,7% della superficie e le seconde dall'll,7% al 12,3%. Spostamenti solo di poco maggiori avvengono all'interno di questi due raggruppamenti. Fra le erbacee, le foraggere ed i cereali usati principalmente per l'alimentazione animale passano dal 51,5% al 54,1%, quasi interamente a scapito dei cereali usati per il consumo umano, la cui importanza scende dal 24,7% al 21,0%. Variazioni percentuali che appena sfiorano l'l % della superficie totale subiscono le altre culture erbacee, quali i fagioli e altri legumi, patate e ortaggi, e le culture industriali. Per quanto riguarda le 112 Bjbliotecaginobianco \ \
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