Nord e Sud - anno X - n. 45 - settembre 1963

- Giovanni Coda..Nunziante quelle lacune particolari che difficilmente possono essere presi in considerazione da uno studio generale, e dall'altra forniscano· un metro di paragone ed un controllo per lo studio che si vuole eseguire. Se l'impresa era ardua dobbiamo. subito dire che essa è stata affrontata, a nostro parere, con gran perizia e serietà dall'Orlando. L'opera che ne è derivata viene autorevolmente incontro alla necessità di quanti si interessano dei problemi econo1nici italiani, e siamo sicuri che es·sa diventerà fonte di riferimento per molti altri studi. Ci sia permesso aggiungere che la constatazione che un tale lavoro sia stato fatto per conto del Dipartimento del1' Agricoltura degli Stati Uniti induce a ben tristi riflessioni sulla poca considerazione che la ricerca scientifica gode ancora in Italia. Le difficoltà che presenta lo studio previsionale dell'offerta, oltre a quelle relative alla scarsezza delle conoscenze e dei dati, o derivano dal gran numero di fattori che influenzano tali previsioni, e che, anche se individuati precisamente, si presterebbero difficilmente ad ipotesi previsionali. Bisogna quindi respingere, come afferma l'Autore, « la tentazione di attribuire alle previsioni finalità di indovinare il futuro»; mentre « loro scopo, assai più modesto ma molto più utile, è di valutare quelle che sarebbero le future produzioni se si mantenessero costanti le condizioni nelle quali, oggi, si realizzano». Naturalmente ciò va inteso in senso dinamico. In altre parole, quelle che devono mantenersi « costante » sono le tendenze che nel tempo si sono venute manifestando con una certa chiarezza. Lo studio previsionale è quindi in primo luogo uno studio di trends. Ma no11 solo. È infatti impossibile non riconoscere che la struttura della produzione,· da una parte, e la politica economica, dall'altra, hanno influenza sulla offerta, e -che quindi, « senza escludere la analisi di trend» in tutti quei casi in cui essa appare logica, l'analisi previsionale debba anche essere basata sulio studio preliminare della forma di mercato e della politica economica. Sarebbe un nonsenso, per esempio, limitarsi per le previsioni del gra110 ad una proiezione del trend passato, quando è chiaro che le sorti di questo prodotto sono dominate dalla influenza della politica economica, riguardo alla quale gli anni 1956/57 devono essere considerati « concludenti un periodo che non può certo più ritornare ». I fattori che si prestano meglio alla· analisi di trend a scopo previsionale delle produzioni sono, da una parte, le rese unitarie di produzione, e, dall'altra, le superfici (per le produzioni erbacee ed arboree) e la consistenza del bestiame (per le produzioni zootecniche). Specialmente verosimile appare l'ipotesi di continuità e regolarità nel futuro dell'aumento delle rese unitarie, poiché, come dice l'Orlando, le aziende contadine che costituiscono l'ossatura dell'agricoltura italiana « hanno ancora oggi una tale riserva di capacità produttiva inutilizzata, da potersi concludere che il fattore fondamentale, esplicativo ancora per i prossimi dieci o quindici anni della quasi totalità del progresso tecnico, sarà la lenta e progressiva diffusione delle scoperte già applicate ~dalle aziende più avanzate » e non le eventuali nuove scoperte che si verranno attuando, e riguardo alle quali le previsioni sarebbero più incerte. La concorrenza estera dovrebbe 110 \ Bibliotecaginobianco I \

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