Nord e Sud - anno X - n. 44 - agosto 1963

'- I delfini ranipica11ti 2. - A questo punto, dopo diagnosi così crude da parte di coetanei e di « fratelli maggiori », dopo paragoni illuminati, ci si può ragionevolmente chiedere a quale prezzo resistono nei partiti quei giovani che svolgono funzio,ni attive e detengono responsabilità organizzative cosiddette « politiche ». Privati di autonomia, umiliati nella loro indipendenza associativa riconosciuta o meno dagli statuti, indirizzati alla carriera - nel migliore dei casi - secondo le tappe di lines velleitariamente aziendali e con tutte le contraddizioni che co1nportano le promozioni politiche, i delfini accumulano anni d'incarichi, di funzionariato, in attesa di raggiungere una qualunque leva di potere, governativa e no. La routine diventa professione, comprime le adesioni e gli sviluppi intellettuali, fissa contorni rigidi, chiude sempre di più le aperture culturali e le restringe a fossilizzazioni cl1e con il tempo perdono il contatto con la realtà macerando invece risentimenti ed evasioni. Curiosamente, dopo percorsi così accidentati, gli estremi di posizioni politiche finiscono per toccarsi ad un tipico e diffuso livello di delusione ... Lo sviluppo inevitabile della professionalizzazione dell'attività politica, già individuata da Max Weber nel 1918, « si può amare o odiare: ciò non toglie che essa è il prodotto inevitabile della razionalizzazione e specializzazione del lavoro politico di partito sul terreno del suffragio esteso alle moltitudini » (Parlamento e Governo nel Nuovo Ordinam.ento della Ger111ania, Bari, Laterza, 1919). Ma se è agevole cogliere un salto di tono fra il personale anziano e quello dell'età di mezzo, è molto difficile invece notare un miglioramento globale nelle élites giovanili che almeno avrebbero dovuto far tesoro delle esperienze degli uni e degli altri. Le ragioni sono complesse, ma il punto essenziale sembra consistere nel fatto che le migliori energie vanno disperse e dissipate nei quotidiani giochi di equilibrio tra una formula di governo e l'altra, fra uno spostamento di corrente e la concessione - spesso nominale - di false autonomie su problemi parziali. Non a caso le aspirazioni (o le delusioni. ..) più esplicite fra i giovani politici si appuntano sul ricambio parlamentare della classe dirigente: è vero che c'è una tendenza al ringiovanimento (l'età media si aggira intorno ai 49 anni), ma i giovani « partitanti », con l'avvento sempre più massiccio del politico di professione, esigono cl1e il potere decisionale del Parlamento si trasferisca al più presto nelle loro mani, una volta raggiunto il seggio in età giovane, anche se poi devono sottostare alle condizioni dettate dai superstiti notabili. o dai « semipartitanti » che sono il nucleo n1aggiore dello schieramento parlamentare. È difficile però ottenere un collegio elettorale, o un collegio sicuro ... Allora gli obbiettivi immediati dei giovani politici si orientano sugli strumenti di potere a disposizione del partito, raggiungibili - pro85 Bibliotecaginobianco

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