Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Note della Redazione più delicati delle riforme che sono necessarie per un buon funzionamento dei corpi legislativi. Ed a noi senzbra che, se l'impostazione dei costituenti, di fare svolgere una larghissima parte del lavoro del Parlamento- in sede di co·mmissione, era e resta giusta, l'applicazione che si è data di questo principio è stata poco meditata. Bisogna avere il coraggio di ammettere in via di principio che nel Parlamento non possono esservi mai le competenze tecniche necessarie, e che non v'è da prendere nessuno scandalo da ciò, dal momento che i deputati devono essere i11nanzi tutto dei politici: e questo vuol dire che le com.missioni devono essere autorizzate a costituirsi, almeno per alcune materie, degli uffici tecnici, che svolgano per loro conto il lavoro di informazione e di ricerca. Quando si fosse giunti ad una decisione del genere, le commissioni stesse potrebbero anche essere meno numerose; e si può essere certi che proprio in conseguenza di ciò lavorerebbero meglio e più rapidamente. Questo principio generale appare ancora più valido se si pensa ai compiti enormi che si porranno ai corpi legislativi quando cominciasse ad esservi una reale politica di programmazione. Ora, una politica di programma, per poco prescrittivo e rigido che sia il programma stesso, da una parte vincola il Parlamento per più anni e 1nagari per un'intera legislatura e dall'altra presuppone che si deleghino all'esecutivo più poteri di quanti esso non ne abbia oggi, almeno in apparenza. Si viene a porre così, un problema delicatissimo di creazione di un nuovo equilibrio tra esecutivo e legislativo, tra governo e Parlamento. Se il problema di una scomposizione eventuale della maggiora11za che aveva approvato un certo programma non appare di difficile soluzione, assai più ardua sembra l'altra qitestione, di compensare la , perdita di poteri che, nella nuova situazione, subirebbe il Parlamento. Ed a noi sembra evidente che, da qualsiasi parte si consideri tale questione, il solo modo di risolverla sia quello di creare una commissione parlamentare ad hoc, i cui poteri siano assai più rilevanti ed ampii di quelli che normalmente sono dati alle commissioni parlamentari. L'on. La Malfa, nella sua relazione alla direzione del PRI sul tema: « revisioni istituzionali in relazione alla programmazione economica », ha in1 dicato con estrema lucidità alcuni dei problemi più rilevanti che si vengono a porre nei rapporti tra esecutivo e legislativo: è una prova del basso livello della critica politica in Italia il fatto che quella relazione sia passata quasi completamente inosservata, quasi fosse poco interessante, e che si sia scivolato e si continui a scivolare siti _problemi che essa poneva. Eppure, solo quando si sarà provveduto alle rif arnie istituzionali che in quella relazione erano accenn.ate, ed alle altre che sono necessarie, cominceremo ad avere uno stato moderno in Italia. Ma, co1n'è noto, è assai più facile scrivere editoriali contro la partitocrazia o contro i demoni del centro-sinistra, che discutere di queste severe ed impegnative questioni. 93 Bibli·otecaginobianco

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