Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

La politica di piano per l'agricoltura attuata a due distinti livelli: a) trasformazione delle strutture del mercato alla produzione; b) trasformazione dei successivi canali distributivi. Al primo livello le soluzioni, strettamente connesse con quelle da adottare per le strutture produttive, formano parte integrante dei piani zonali e regionali e, quindi, rientrano nella competenza degli organismi regionali. Al secondo livello, invece, le soluzioni da adottare riguardano schemi organizzativi che hanno ambito non già locale, ma regionale, nazionale ed internazionale. Di conseguenza l'azione rivolta ad attuare la trasformazione dei canali distributivi esorbita per sua natura dalla competenza degli enti locali e va affidata, pur nel rispetto degli interessi privati non monopolistici, ad uno speciale istituto pubblico per il commercio dei prodotti agricoli. Con ciò . sottraendo la distribuzione di taluni fondamentali prodotti agricoli (carne, latte, ortofrutticoli) al controllo e all'influenza che, oggi, invece, vi continuano ad esercitare - nonostante il non riuscito tentativo della legge del 1959 - gli enti pubblici locali, la cui azione è necessariamente chiusa nell'ambito della loro competenza territoriale. I fini che devono muovere gli orga11ismi regionali, e lo Stato come coordinatore, nell'azio,ne a livello del mercato alla pro,duzione, sono quelli di creare una salda integrazione orizzontale tra gli agricoltori, di trasferire nelle loro mani le prime fasi della selezione e di allestimento dei prodotti e gli impianti relativi a stabilizzare e graduare nel tempo l'offerta dei prodotti e di aumentare, così, la forza contrattuale dei produttori sui mercati, senza bisogno di attribuire loro funzioni difficilmente sostenibili nei successivi passaggi del circuito distributivo. 11.8. - I compiti da attribuire allo speciale istituendo organismo per il commercio dei prodotti agricoli sono, in via straordinaria: a) la formulazione di piani regionali e nazionali per la soluzione distributiva più razionale in quei settori dove l'intervento publico si manifesta indispensabile (carne, latte); b) lo studio e, successivamente, il controllo applicativo di una moderna revisione della nostra legislazione commerciale, di quella urbanistica e di quella dei trasporti, nonché l'approvazione di un'effi- • ciente legge antimonopolio, tesi a sollecitare una graduale sostituzione degli attuali schemi tradizionali dei mercati all'ingrosso e al dettaglio con i moderni sistemi, verticalmente integrati, delle vendite di massa al dettaglio. ssBibliotecaginobianco

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