Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Le Regioni: rettificazioni e prospettive tiva dello Stato. Dove si recluterebbero, ci si chiedeva, gli amministratori delle regioni? Non si negava, quindi, da parte dei più consapevoli politici e giuristi, che la formula binaria per i poteri locali, introdotta dalla legislazione del 1865, fosse un errore, né si negava che l'organizzazione dei : I pubblici poteri, ql1ale si era venuta formando dal 1865 in avanti, fosse: irrazio.nale e inaccettabile. Ma si riteneva che a por rimedio a tanti: mali meglio servissero il decentramento e l'autonomia locale; e difatti• furono queste due idee-forza quelle su cui più s'impegnarono i nuovi. partiti e i vecchi e nuovi movimenti progressisti. Purtroppo è che spesso costoro non si accorgevano che decentramento e autonomia locale potevano divenire strumenti di conservazione, e invano erano loro · richiamate alla mente le larghe concessioni aJle « libertà locali » che ·\ dalla Repubblica di Venezia a Bismarck segnavano un'ininterrotta,; vicenda conservatrice. 8. - La fine dello Stato di aristocrazia e borghese, che si ebbe con l'introduzione del suffragio universale e poi con il primo conflitto mondiale, riportava in primo piano l'idea-regione in sede non più culturale, ma politica. Ma ciò avvenne in un modo che, visto dall'esterno, appare sovente strano. Quando se ne tolga il Partito repubblicano, che unanimemente po_rtò avanti l'idea-regione, e in essa fece coincidere il decentramento, l'autonomia locale, la soluzione dei pro-blemi sociali, e così via, per il resto dei partiti e dei movimenti politici l'idea-regione seguiva una 'linea che passava sempre all'interno dei partiti e dei movimenti stessi. Il nuovo partito popolare, ad· esempio, si dichiarò per la regione più volte e in molti suoi autorevoli espC?nenti; ma altri ve ne furono di nettamente contrari. Lo stesso avvenne per il Partito socialista e per alcuni dei movimenti liberali. Del resto più tardi lo stesso fascismo ebbe tra le sue fila dei regionalisti. Che nel 1923 il discorso Acerbo segnasse il punto del mo.vimento fascista in senso avverso all'idea-regione, era in fondo scontato, anche se non si trovò nessun miglior argomento del vecchio, grossolano, refrain dell'attentato all'unità nazionale. Ma è importante che ormai l'idea-regione cambia totalmente il suo volto. Sarei d'opinione che questo- avven~e principalmente per quella che chiamerei l'inversione dei ruoli di amministrazione tra enti locali e Stato. I partiti socialisti e popolari che avevano conquistato le ammi- : nistrazioni locali, in parte già prima del conflitto mondiale, avevano ~ non solo mostrato che nelle classi nòn censitarie che essi esprimevano) 61 Bibli_otecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==