Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Roberto Ducci nel mondo. Dietro di essi, a distanza di forse un paio di decenni, forse di quattro o cinque, si profilano altre Potenze di ·scala mondiale: la Cina certo, l'India pro,babilmente, qualche altra di cui è ancora incerto il nome che porterà. George Orwell in 1984 descrive un mondo ripartito in tre Grandi Stati e una terra di nessuno (corrispondente quest'ultima al bacino del Congo). Poiché un qualche credito v~ fatto ai doni profetici dei poeti non è senza interesse ricordare che i tre Grandi Stati orwelliani, viventi in perpetua guerra fredda e talvolta calda fra di loro, sono l'Oceania che corr1prende le A1neriche e le Isole Brita11niche, l'Eurasia che u11ifica l'Europa Occidentale, l'URSS e il Medio Oriente, l'Estasia che dalla Cina si irradia sull'Oceano Pacifico e fino all'Indiano. Che abbia o no il crisma dei poeti, l'ipotesi di un mondo composto di un certo numero di Grandi Stati e di uno spolverio di staterelli appare più probabile per i prossi1ni decenni che quella dell'esistenza del Superstato mondiale verso cui si dirigono le aspirazioni di molti. La ipotesi che noi prendiamo per base è dunque quella che nello scorcio dell'attuale secolo andranno consolidandosi o formandosi alcuni .Stati di 1nisura quasi continentale. L'attuale sistema bipolare, _URSS-USA, non sembra destinato a sopravvivere a lungo, nonostante gli sforzi che vengono fatti coscientemente dai capi politici dei due imperi, e inco,nscientemente da molti altri nei Paesi terzi, per prolungare l'esistenza del sistema ( è cioò che passa sotto il nome pudico di « non-proliferazione delle armi nucleari » ). Checché avvenga in Occidente, sembra _inevitabile la formazione di almeno un altro grande Stato con capitale a Pechino. Dovremmo dunque domandarci se l'esistenza dei due Grandi Stati attuali, e la probabile formazione di uno o più altri, costituisca per gli Stati storici delrEuropa una sfida che. verrà raccolta e che avrà come risposta la formazione di un Grande Stato europeo. Intuitivamente ed intellettualmente si direbbe di sì; ma è opportuno guardare alle cose più da vicino. . Gli uomini e i gruppi umani non reagiscono all'acquisto di nuovo potere da parte di altri uomini e di altri gruppi che quando il nuovo potere viene sentito come una diretta minaccia alla loro esistenza- ed autonomia, individuale o di gruppo. Escludendo ovviamente i Grandi Stati del futuro, può dirsi che i due Grandi Stati attuali siano considerati dalle popolazioni europee (o almeno dalle sezio,ni pensanti di esse) come una diretta minaccia a dei beni primari quali l'indipendenza nazio·nale, la libertà politica, il benessere? 32 Bibliotecagindbianco .

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