Francesco Con1pagna e Indro Montanelli di queste affermazio·ni dell'ingegner De Bia_si, perché posso contrapporre, a queste affermazioni di De Biasi, le affermazioni del Dr:. Faina, un altro grosso manager dell'industria settentrionale, il quaìe, nel ·'56, aveva già capito le tendenze di fondo del mercato italiano delle for~e di lavoro; ed aveva capito che il problema era quello di portare le industrie verso le riserve di manodopera e non quello di attirare le riserve di ·man·odopera verso le industrie nelle regioni_ che hanno già raggiunto i livelli della piena occupazione e, a causa della crescente immigrazione e di sempre nuovi insediamenti indt1striali (l'industria che chiama altra industria), devono affrontare problemi di congestione e di « ipersviluppo », co-me suol dirsi. Queste cose le aveva capite Faina, e noi possiamo contrapporre certe sue dichiarazioni di alcuni anni or sono a quelle più recenti di De Biasi. E così po,ssiamo giustapporre, invece, alle citate dichiarazioni di De Biasi quelle pronunciate in varie occasioni dall'attuale presidente del Banco di Napoli quando non era ancora presidente del Banco di Napoli. Il professor Corbino, - - infatti, ~a dichiarato in quelle occasioni_ che il Sud deve riso1vere i suoi problemi con l'attività turistica, con i prodotti ortofrutticoli, con l'e1nigrazione, e che l'industrializzazione è un mito, un mito irragiungibile e anche una meta che non ci si deve proporre di raggiungere, perché la società agricola è più amabile di quella · industriale. Tutto questo Co,rbino lo ha detto, e poi è andato a fare il presidente del Banco di Napoli (uno degli strumenti fondamentali della politica meridionalista), con quanta coerenza io lascio a voi di giudicare. Ora, badate, io non entro nel merito di questa discussione, perché a me basta dire che studiosi autorevoli hanno dimostrato a quale tipo di gravissimo squilibrio ci porterebbe in Italia uno sviluppo del genere di quello auspicato da coloro che indicano al Mezzogiorn.o la strada dei prodotti ortofrutticoli, dell'emigrazione e dell'attività turistica. Evi-. dentemente, non è che io sia contrario ai prodotti ortofrutticoli o all'attività turistica, ma queste sono soluzioni complementari, soluzioni che devono accompagnarsi a quella fondamentale dell'industrializzazione, non essere proposte come alternative rispetto a quest'ultima. In questi dieci anni noi giochiamo le carte decisive, in questi dieci anni arriveremo al pieno impiego in Italia. E allora, come ci arriveremo, a questo pieno impiego? Se si avesse un tipo di sviluppo del ge11ere di quello di cui parlano i De Biasi e i Corbino, noi avremmo un Mezzogiorno degradato a deserto come la più arretrata provincia francese e avremmo, nei luoghi dei principali insediamenti della popolazio,ne del Nord, in quelli che sono, i centri motori della vita del paese, una congestione demografica, urbanistica, industriale, capace di paralizzare questi centri 252 Bibliotecaginobianco
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