Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Enzo Colino cidenze: è la chiave segreta del libro, il nocciolo _psicologico di un atteggiamento complesso, condizionato - nei suoi interèssi più vitali - dalla coscienza della nostra « questione meridionale». Ecco: « Vedendo quello che gli israeliani stanno cambiando in questi 12.213 chilometri quadrati di sabbia si capisce tutto il resto. Di fronte al Neghev anche le zone più desolate del nostro Sud sono dei paradisi, ma noi ancora non siamo riusciti, nei latifondi della Sicilia o nelle plaghe della Sardegna o negli Appennini lucani o calabresi, a costruire tante fabbriche e tanti villaggi moderni quanti ne hanno costruiti gli israeliani in un luogo dove non esistevano né acqua né piante né quelle che noi usiamo chiamare infrastrutture». Civile invidia e malinconica ironia affiorano ancora dalle don1ande che il viaggiatore - meridionalista convinto - tiene sempre in equilibrio fra il momento dell'osservazione obbiettiva e il momento della diagnosi. Il signor Yallon, vice ministro dello sviluppo, conferma le prime impressioni: « So che anche in Italia avete zone depresse soprattutto nel Sud, dove esistono gli stessi nostri problemi di irrigazione, di rimboschimento, di nuovi insediamenti sociali, in regioni come la Sicilia non tanto diverse per clima dalle nostre ». Su questa privata spinta psicologica Russo verifica le movimentate trasformazioni sociali dello stato di Israele, assai singolari perché coinvolgono in una sola entusiastica tensione l'individuo che agisce in senso moderno per il bene della collettività e l'ideologia tradizionale. « La verità è che Israele è anche uno Stato con una polizia, un esercito, un Parlamento, ma è soprattutto il luogo dove le teorie e le idee che costituiscono il nostro patrimonio morale, culturale, scientifico (nella cui elaborazione il pensiero ebraico ha avuto una parte così importante) sono messe alla prova nello sforzo di creare una società che assorba e utilizzi il meglio del nostro vecchio mondo occidentale e sia, nello stesso tempo, capace di aprirsi alle aspirazioni dei mondi asiatici e africani che sono stati risvegliati dal vento della storia. Queste teorie voi potete osservarle calate nell'attuazione come in un laboratorio e giudicarle al vaglio della realtà pratica. Avete il privilegio di valutare il sacrificio, l'orgoglio, la volontà, il sangue, la saggezza e la follia antiche di una umanità che non ~i stanca di tentare la realizzazione dei suoi pensieri ». Perciò in Israele è difficile mantenere un contegno da spettatori impassibili: nel paese convivono l'antica civiltà e aspetti così nuovi e sconcertanti da risultare spesso incomprensibili. La propaganda efficiente accelera, é vero, l'emotività del turista, ma è aiutata dalle cose eccezionali ribollenti « nel crogiuolo che produce israeliani». È facile quindi sconfinare in spiegazioni metafisiche, ricorrere a entità astratte: ogni avvenimento esige misure diverse, la ragione intellettuale applica la tecnica dovunque e mette in soffitta Marx, la Sacra Famiglia e Kafka per occuparsi di colture, sapone, aranci e fogne, magari con lo stesso slancio messianico dei pionieri inclini a regolare il ritmo della vita e della produzione con la religione dei sacri testi. Ancora oggi però la Bibbia sovrintende a molte consuetudini private e pubbliche, si sente dire «.nella Bibbia c'era scritto», i luoghi odierni richiamano i luoghi del grande libro ... e tutto congiura ad attrarre il visitatore nei confini smi222 B"bliotecaginobianco. \ )

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