RECENSIONI L'arte in ripresa diretta Innegabilmente assennata, e per nulla rivoluzionaria, è la non sottaciuta premessa del discorso di Umberto Eco (Opera aperta, Bompiani): l'arte del nostro tempo rispecchia la crisi del vecchio ordine culturale 'oggettivistico·', che è stata preparata e attuata, fra l'altro, dalle scienze esatte e sperimentali. Essa è, quindi, o aspira a essere, l'espressione idonea di un mondo mutato. E giustamente, e non rivoluzionariamente, Eco sottolinea che le nuove realtà artistiche debbono constare di forme, modi adeguati. Vino nuovo in botti nuove, insomma, nella scia della più pacifica tradizione desanctisiana. Tuttavia Eco insiste particolarmente sulla novità della forma delle nuove opere, la quale, pur nella varietà delle sue articolazioni specifiche, possederebbe un comune deno.minatore nell'essere ' aperta', capace, cioè, « di garantire e fondare il mutamento e l'avventura, la visione infine di un universo fondato sulla possibilità» (p. 10). Il gruppo più rappresentativo delle contemporanee 'opere aperte' sarebbe quindi costituito da quelle « informali'» (musicali, letterarie, 'figurative': « l'informale in pit_tura si collega alle strutture musicali aperte della musica post-weberniana e a quella poesia ' novissima ' che di informale ha già accettato, per an1missione dei suoi rappresentanti, la definizione» (p. 132); giacché, alla sua volta « l'informale si collega decisamente a una condizione generale di tutte le opere aperte. Si tratta di strutture che appaio110 come metafore eJJisteniologiche, risoluzioni strutturali di una diffusa coscienza teoretica (non di una teoria determinata, ma di una persuasione culturale assimilata): rappresentano la ripercussione nell'attività formativa, di determinate acquisizioni delle metodologie scientifiche contemporanee, la riconfen11a, nell'arte, di que]le categorie di indeterminazione, di distribuzione statistica, che regolano l'interpretazione dei fatti naturali» (p. 137). Ma l'opera aperta non ha solo un'accezione deliberatamente avanguardistica. È un esempio, di essa anche la ripresa televisiva diretta, « un'operazione formativa, che si avvale degli apporti del caso e delle decisioni autonome di un ' interprete ' (del regista che ' esegue ' con un margine di libertà il tem~ 'ciò - che - accade - qui - ora')» (p. 177). Tale margine di lib•ertà è però notevolmente ridotto dalla tirannia del gusto del suo vasto pubblico, il quale si aspetta sempre cl1e 'accada qualcosa'. Ed è una richiesta ben comprensibile, dal momento che se « è naturale eh~ la vita, di fatto, sia più simile allo Ulysses che a / tre moschettieri: tuttavia chiunque tra noi è più disposto a pensare la vita in termini di Tre moschettieri che di Ulysses » (p. 182, n.). Il cinema, pertanto, finisce per essere molto più libero e mostra, 212 Bibliotecaginobianco I I l
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