L'elettore condizionato di vista empirico, di « cose », che sono via via la casa, l'auto·mobile, la vacanza, il frigorifero, la televisione, la radio, il tempo libero, le quali entrano come manufatti, come articoli industriali, in famiglie sino a ieri considerate sottoproletarie, venute dal Sud o dal Veneto con la valigia di fibra e l'immagine del patrono locale. Natura da un lato, quindi, e manifattura dall'altro: ora da un lato come dall'altro questi immigrati hanno sofferto di una frustrazione, e dal momento in cui questa è stata compensata essi sono divenuti automaticamente i primi custo,di di uno stato di fatto. Non è un caso, del resto, che in tutto il mondo la rivoluzione industriale abbia coinciso, nei tempi e nei luoghi, con la rivoluzione romantica. Così gli immigrati della Falchera, da poco emancipati, da poco divenuti rispettosi della economia industriale - prima per aver veduto in essa il cuore dell'indipendenza e poi per aver avuto accesso·, per suo tramite, al piano dei dominatori - sono ormai orientati alla conquista dei determinismi che governano il fenomeno industriale·. Non solo, ma parte di essi ama accettare persino l'ottica del rischio, base comune della meccanica capitalistica ed imprenditoriale che li ha convinti al gioco del buon operaio coscienzioso ed alla necessità di soddisfare il proprio prurito di giustizia nella stabilità dell' « ordine ». Quanto poi all'influenza esercitata su questo tipo di pubblico dalla - radio e dalla televisione come veicoli della propaganda politica, non vi è dubbio che essa sia stata particolarmente attiva rispetto alle persone di cultura inferiore 13 • Non a caso, tutti i nostri intervistati parlarono di quanto avevano visto alla TV - di Malagodi e di Togliatti in parti- ~ colare - dimostrando di avere tutti più o meno subìto il fenomeno della « vedettizzazione ». La « vedette », che corrisponde a quello che è il « mana» nelle società arcaiche, favorisce da parte del pubblico il processo di proiezione e di identificazione con un mondo fittizio che viene scambiato per reale. Senza contare che la televisione e il cinema non offrono la possibilità cli un arresto della riflessione, di una pausa per assimilare, cli un ritorno indietro, di una ri-lettura: col risultato di generare nello spettatore un'aJtitudine esclusivamente recettiva. In questa atmosfera di fascinazione e di surménage sensoriale, l'attività intellettuale naturalmente viene rallentata e lo spirito si fa più · 13 Cfr. in « Diogène » n. 39, 1962, ed. Gallimard, a pag. 138, l'articolo di· Jean Cazeneuve: « Sociologie de la connaissance et radio-télévision ». Si ricorda, nell'articolo, una interessante esperienza compiuta con un gruppo di bambini ai quali erano state mostrate, sulla vita di Lincoln, alcune sequenze filmate ed altre esposte oralmente. Dopo un anno, il 78 per cento dei bambini ricordava quanto aveva visto nel filmato, ma aveva completamente dimenticato le notizie apprese senza l'ausilio delle immagini. 189 Bibl.iotecaginobianco
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