Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

L'elettore condizionato rispetto all'anzianità dell'immigrazione, assumendo come termine di confronto il comportamento politico di 4 seggi elettorali relativi a un agglomerato operaio di origine piemontese. Daremo infatti notizia in un articolo successivo delle variazioni assunte dal voto in relazione alle variabili « origine », « lavoro », « _qualificazione professionale ». Le zone prescelte sono state pertanto le seguenti: Zona A. ---1 30 interviste vennero compiute nella zona del vecchio centro di Torino, e precisamente nei bar e nei ristoranti delle vie adiacenti a Porta Palazw-, alle q·uali appartiene l'elettorato più recente, da poco residente a Torino, e che non si rassegna ad abitare in questa zona più di sei mesi o un anno 3 • Le condizioni di vita sono infatti assolutamente negative, nelle soffitte si ha un indice di affollamento che raggiunge le 5,6 persone per vano, non esistono servizi igienici e gli affitti sono altissimi, sia pure in senso relativo. Le occupazioni prevalenti della popolazione maschile di questo quartiere, sono quelle di manovali, operai edili, facchini, impegnati in occupazioni saltuarie. Vi è poi un certo numero di piccoli commercianti, gestori di bar, di ristoranti, di alberghi, di negozi, i quali lavorano preminentemente con la clientela meridionale. Zona B. - Zona delle Casermette di via Guido Reni. Qui la popolazione è immigrata per il 50 per cento dal Sud e per il 50 per cento dal Veneto, l'indice di affollamento è minore che nella zona A, ma il quartiere è ancor più monosociale del primo. La gente vive segregata rispetto ai torinesi autoctoni, non vi sono locali di divertimento, luoghi favorevoli al senso del vicinato o della comunità. Ciò nonostante, il tempo di rotazione delle famiglie che abitano in via Guido Reni è maggiore, e oscilla tra uno e tre anni, precedendo immediatamente la fase più stabile dell'immigrazione, quella cioè alla quale corrisponderanno zone come la Falchera o le Vallette, primi esempi di quartieri coordinati a Torino. Nell'ambito di questo secondo campione sono stati intervistati quindici uomini e quindici donne, cercando dì stabilire se e in quale percentuale il voto femminile promettesse di variare rispetto a quello maschile. Zona C. - Altre 30 interviste sono state effettuate nel quartiere delle Vallette, un quartiere coordinato sorto pochi anni or sono per iniziativa dell'INA-Case, dell'Istituto Autonomo Case Popolari e di altri istituti per l'edilizia a basso canone d'affitto. Anche qui ci troviamo in presenza di un fortissimo numero di immigrati dal Sud, con una netta prevalenza di pugliesi, di siciliani e di calabresi. Le case sono accogliènti, i servizi collettivi più che discreti, e soltanto la lontananza del posto di lavoro influisce negativan1ente su questo tipo di residenza. In linea di massima la popolazione è quasi adattata, è di condizione economica e sociale discreta o quasi media, e la persistenza di un certo tipo di segregazione etnica è da porre prevalentemente in dipendenza con la situazione geografica del quartiere, esterno alla periferia della città e pertanto privo di congiunzioni con la vita sociale dei 'piemontesi, che popolano l'anello immediatamente interno al territorio ·delle Vallette. 3 Cfr. l'inchiesta apparsa su « La Gazzetta del Popolo » nel maggio del '60: « Crisi di personale nelle medie e piccole industrie»: le soffitte di Torino, occupate da immigrati, erano a quell'epoca quasi diecimila, ed ospitavano trenta mila persone. 181 Bibliotecaginobianco

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