Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

• Paesi e città il numero degli emigrati è stato, cioè, superiore a quello degli immigrati. Ciò significa che, nonostante il sostanziale miglioramento delle condizioni economiche generali, è perdurata nella Provincia una relativa scarsità di risorse rispetto alle esige11ze della popolazione; d'altro, lato, risulta chiaramente che l'avviarsi di un meccanismo di sviluppo industriale, con i conseguenti « effetti di dimostrazione », ha provocato di per sé una maggiore dinamica del movimento di popolazione, specie nelle classi giovanili. Sembra, perciò, di poter concludere che, anche in presenza di un intenso processo di sviluppo, i fenomeni della disoccupazione e della emigrazione non sono certamente destinati ad arrestarsi, almeno per un periodo iniziale. Osservazio·ni interessanti sono suggerite anche dall'esame degli effetti che lo sviluppo industriale ha avuto sulla utilizzazione dell'incremento di reddito. Questo sembra che sia stato indirizzato soprattutto verso• la so,ddisfazione dei consumi di immediata necessità, di carattere prevalentemente alimentare, e solo in limitata misura abbia investito altri ordini di consumi (vestiario, beni di uso durevole, ecc.). Lo sviluppo dei consumi, però, è stato proporzionalmente più accentuato rispetto all'aumento del reddito solo in un primo tempo, poiché per l'intero periodo l'aumento del consumo e del tenore di vita ha avuto un andamento proporzionalmente in~eriore a quello del risparmio. È questa una constatazione che non avvalora certamente lo scetticismo di coloro i quali ritengono che nelle regioni sottosviluppate non si possa riuscire a creare un crescente surplus di risparmio, e q_uindi un mec- , canismo autopropulsivo, proprio nella convinzione che gli incrementi di reddito originati dagli investimenti andrebbero tutti al consumo. « Si può osservare, in conclusione, che non si riscontrano nella Provincia condizioni e fo,rme di vita tipiche delle aree di antica tradizione industriale, neppure adatte alle attuali strutture produttive; che sussisto·no squilibri di carattere settoriale e territoriale e manca, in particolare, una integrazione socio-economica fra i centri urbani, la campagna e le zone collinari ». Ciononostante, l'economia della Provincia, che all'inizio del trascorso decennio presentava l'aspetto tipico delle aree sottosviluppate, « ha per così dire rotto il cerchio della stagnazione, e presenta attualmente risorse proprie che possono essere convenientemente indirizzate, o spontaneamente contribuire, alla attt1azione di una politica di sviluppo economico ». Ciò che più importa è che la dinamica economica della zona pontina non può essere considerata un fenomeno di interesse puramente locale, essendo stata di ordine tale da interessare, invece, l'intera eco155 Bibliotecaginobianco

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