Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

I. La Redazione fattori di ordine locale (il prestigio dell'on. Moro nelle Puglie e la particolare crisi attraversata dal PCI in Campania, onde l'aggressione dell'on. Togliatti, dopo il 10 giug110 1962, su « Rinascita », ai dirigenti napoletani del PCI). Del resto anche osservatori di sicuro orientamento democratico hanno sottovalutato, o addirittura 11Onvalutato, le indicazioni del 1960. E se questo è forse comprensibile per la DC, la quale è solita riguadagnare alle elezio11i politiche, in tutto o in parte, i voti che perde alle elezioni amministrative, è assai meno facilmente comprensibile per quanto riguarda il PCI. Valga a questo proposito ciò che è stato scritto sul « Mondo » del 21 maggio: « Nell'interpretare i voti dei comunisti alle elezioni amministrative del novembre 1960, mentre si sono giustamente attribuiti agli i0migrati meridionali i voti guadagnati dal PCI nel Nord, non si è tenuto conto del fatto che erano molti, o parecchi, i voti guadagnati nel Sud dal PCI in direzione dei monarchici; erano molti, o parecchi, anche se non figuravano con1e un arricchimento cospicuo nella misura in cui venivano in parte, e forse soprattutto, a compensare voti che i comunisti perdevano: quelli, per esempio, degli emigrati - all'estero (o al Nord, ma ancora iscritti come elettori al Sud) ~ che non tornano per votare alle elezioni amministrative come tornano per le elezioni politiche; e anche quelli che dal PCI passavano al PSI o al PSDI, in virtù di un ulteriore passo avanti nel processo di promozione politica del Mezzogiorno ». A parte ogni altra considerazio11e relativa alle interpretazioni frettolose dei dati del '60 e alle previsioni superficiali dei risultati del '63, rimane confermata, comunque, in sede di interpretazione del significato politico di questi ulti1ni, l'importanza dei 2 punti perduti dalla DC nel '60 1ispetto al 1958 (la metà, du11que, della perdita subita ne.I '63 rispetto alle precedenti elezioni politiche) e di q_uell'l,8% guadagnato già allora dai comunisti, onde l'avanzamento complessivo del PCI risulta essere stato assai più rilevante fra il '58 e il '60 (1'1,8%, appunto) di quanto non lo sia stato fra il '60 e il '63 (2,6% - 1,8% == 0,8% ). D'altra parte, a chi volesse ricordare questi dati al solo scopo di ridimensionare i risultati del 28 aprile per quell'aspetto di essi che ha più sorpreso l'opinione pubblica, e cioè l'aumento dei voti comu11isti (esteso ora pure al Sud) malgrado l'apertura a sinistra, si potrebbe obiettare che quest'ultima avrebbe dovuto consentire ai partiti della nuova maggioranza una vivace rimonta rispetto alle elezioni amministrative del 1960, venute pochi n1esi soltanto do·po i fatti di luglio, qt1ando l'elettorato era sotto l'impressione di una serie di eventi che dalla congiura dorotea del '59 avevano portato al gover11O Tambroni; e che, invece della rimonta, c'è stata un'ulteriore flessione della DC e c'è stato un ulteriore avanza8 Bibliotecag.inobianco .

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