Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

• C'lemente Maglietta deve esercitarsi tempestivamente sopratutto ·nella scelta di un indirizzo che corrisponda alla struttura democratica della nostra società e non deve soltanto raggiungere lo scopo del soddisfacimento di un bisog1:10, ma deve realizzare la comprensione e la responsabilità dell'amministrato verso le esigenze della vita collettiva. Se esaminiamo sotto questo profilo la recente esperienza dei cosidetti rioni popolari (Ina-Casa, Iacp, Incis ecc.) dobbiamo riconoscere la importanza che queste iniziative hanno avuto nella sistemazione di ecrte zone urbane, ma non possiamo sottrarci ad una valutazione critica per il modo con il quale tale sistemazione è avvenuta. La scelta delle zone da sistemare, i criteri di costruzione, la sistemazione delle esigenze collettive, i criteri burocratici di assegnazione, quelli semplicistici e formali di amministrazione, il mancato coordinamento tra la formazione di un quartiere e il completamento dei servizi - sono fatti che vanno severamente valutati, non per il gusto di dimostrare _che si tratta di cattive iniziative, ma per adeguarle alle esigenze di un costume moderno e democratico. * * * Pubblica amministrazione significa il Municipio con i vari uffici del comune e poi la provincia, la region_e, gli enti pubblici vari e lo Stato con tutta la sua rete periferica. Ma è al comune ed alla amministrazione - comunale che spetta il compito primario di affrontare le questio·ni di cui ci stiamo occupando e diciamo subito che no•n condividiamo la opinione di coloro che per ragioni di « competenza » vorrebbero affidare ad un « assessorato della periferia » la soluzione dei problemi che ci stanno a cuore. Noi respingiamo questa soluzio-ne come abbiamo respinta la idea di un Ministero del Mezzogiorno, pensando che si tratta soltanto di realizzare una politica, di avere una line·a e di compiere delle scelte. I problemi della periferia vanno affrontati dai varii assessorati nella obbedienza di una linea che deve tracciare l'amministrazione co-munale, non come compiti particolari, eccezio11ali e straordinari. Se noi pensiamo alla legge speciale per Napoli non possiamo non rilevare tutto l'assurdo di provvedimenti legislativi che tendono a· togliere poteri ed autorità al comune mentre si afferma di volere riso~vere dei _problemi urbani della città. Quello che occorre è esattamente il contrario: mezzi e poteri per realizzare una politica democratica capace di alzare il livello della periferia a quello di ogni altro quartiere, risolvendo i problemi di fo·ndo che si presentano in queste zone della città. E se coordinamento occorre, non v'.è dubbio - a nostro avviso - che esso spetta al comune. Non si può sviluppare l'autogoverJ10 se non si incoraggia il Comune 94 Bibliotecaginobianco

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