Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

_Problemi di un'area metropolitana con altri popoli più civili ha determinato la spontanea ricerca di assimilare o di creare condizioni di vita superiore. Fin quando non si realizzeranno condizioni di vita che assicurino stabilità di lavoro, adeguato guadagno, possibilità ambientali di una convivenza civile in tutte le parti della penisola, noi assisteremo al fenomeno della emigrazione. Le statistiche ci dicono che il maggiore spostamento si ha nella Italia settentrionale per la vicinanza dei centri industriali, per la diretta conoscenza degli squilibri esistenti, per la scarsa redditività del lavoro agricolo, per le deficienti possibilità di sviluppo umano nelle zone meno dotate, per la crescente possibilità di utilizzare mezzi di comunicazione rapidi e regolari. Le statistiche ci dicono che anche il Sud ha le. sue zone di attrazione. In primo luogo Roma e poi la Campania fra Caserta e Salerno, le Puglie, fra Bari e Taranto, la Sicilia tra Catania e Siracusa ed oggi anche certe zone della .Sardegna. E nel Nord, dove con estrema facilità si parla di meridionalizzazio,ne, noi dobbiamo constatare che, ancora oggi, la popolazio11e inurbata, o che quotidianamente si trasferisce nella città, proviene in maggioranza dalle zone montuose e collinari delle regioni settentrionali o dalle zone meno· dotate della pianura, come quelle del delta padano. Questo accentua il carattere nazionale del fenomeno emigratorio, lo rende - direi - sempre meno meridionale e prospetta in termini più generali un fatto che corrisponde all'attuale livello ed alle attuali condizio,ni di sviluppo della nostra vita economica. * * * A questo punto nasce la domanda, per coloro stessi che devono provvedere a gettare le basi della programmazione economica : come bisogna comportarsi con un movimento incontenibile e come bisogna orientarlo o modificarlo? E la do111anda non aspetta una risposta proiettata in termini vaghi, « avveniristici », ma in misure concrete e in prospettive a breve scadenza. In caso contrario tale fenomeno continuerà a sfuggire alla regolamentazione pubblica. La politica della emigrazione interna è un aspetto della politica generale e va collegata con gli orientamenti che presiedono ad una programmazione economica che si proponga di assicurare il massimo sviluppo della economia, senza farne gravare il costo esclusiv~mente sulle spalle dei lavoratori. Occorre sostituire al caso ed alla spontaneità il controllo e la guida delle organizzazioni sindacali, mentre lo stato ha il dovere di assicurare una completa e tempestiva prep•arazione professionale, non soltanto nelle località di approdo, ma in quelle di provenienza. Bisogna consentire che, in un tempo minimo e col minore 89 Bibliotecaginobianco

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