Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

Argo1nenti Nell'attuare questo piano, tuttavia, la Comunità potrà co,ncorrere ai finanziamenti e contribuire con opportuni studi per l'elaborazione di tutta la materia; ma saranno i singoli stati che dovranno provvedere alle rispettive esigenze portuali. Già da tempo, prevenendo queste co11siderazioni, come abbiamo visto, la Francia, la Germania Occidentale, l'Olanda, il Belgio hanno provveduto o vanno provvedendo per lo·ro conto a queste necessità che in Italia però non sono state ancora avvertite. Ma di fronte alla piena realizzazione del MEC, acconsentire che i porti costituiscano una strozzatura per l'economia nazionale, significa handicappare gravemente l'industria, il commercio e tutte le attività produttive, in modo da compromettere non soltanto la realizzazione di nuove possibilità lavorative per le diverse attività che fanno capo direttamente ai porti, ma la stessa efficienza di tutti i settori economici che sono strettamente connessi ai traffici marittimi per il rifornimento di materie prime o ausiliarie o per l'esportazione di manufatti. Significa, è bene ricordarlo, consentire consapevolmente che la nostra produzio,ne parta in posizione di considerevole svantaggio nella competizione che si è iniziata con l'attuazione del Mercato Comune. VI. - Nel trattare della necessità del potenziamento dei porti italiani, non può non esser toccato, anche se di sfuggita, un altro importante argomento cui abbiamo accen.nato più sopra: quello relativo alla specializzazione dei vari scali. Anche se non ha costituito un indirizzo specifico nell'opera di ricostruzione postbellica, la specializzazione, di fatto, si è venuta a delineare ma11 mano in varie città marittime italiane. È opinione comune che non sia co,nve11iente creare dei porti specializzati in senso assoluto (cioè porti esclusivamente petroliferi, industriali, passeggeri, ecc.), ma di dare a ciascuno scalo marittimo una caratteristica particolare - secondo le esigenze di traffico locali - non privandolo però di quelle attrezzature che lo rendono• adatto anche all'espletame11to di altre funzioni. Per tale ragione si tratterà di potenziare non semplicemente un porto, ma un complesso portuale specializzato in uno o più traffici particolari. Anche per questo asp·etto del problema, però, appare evidente che ogni discorso è fuo1 r di luogo, se non si provvede ad allargare, prima di ogni altra cosa, le aree portuali dei vari scali italiani. Ma questa opera sarà possibile soltanto nel contesto di una pianificazione generale del problema. Come abbiamo accennato all'inizio di questo scritto, il 6 dicembre dell'anno scorso il Co1nitato dei Ministri per il Mezzogiorno ha definito 85 Bibliotecaginobianco

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