Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

Argo1nenti eventi bellici è avvenuta con scarsi mezzi e in modo inadeguato sia alla situazione del traffico dell'immediato dopoguerra, sia ad ogni possibile previsione di successivo sviluppo e senza l'adozione di criteri più moderni. Moltissimi porti europei so·no stati danneggiati o distrutti dalla guerra, eppure sono stati rapidamente ricostruiti con tutt'altri criteri e riattivati in piena efficienza; così è avvenuto per il porto di Rotterdam in cui si va completando l'« Europoort » che tra non molto sarà in grado di smaltire un traffico quasi eguale a quello di tutti i porti italiani grandi e piccoli messi insieme. Anche nel Belgio, che pure non vanta la nostra tradizio 1 ne marinara, si è dato inizio da sette anni ad un piano di ampliamento che sarà compiuto tra un paio d'anni. In Francia intanto ferve il lavoro per portare a compimento il terzo piano generale di ammodernamento dei porti, e si lavora del resto ala~ cremente anche in Germania occidentale. V. - È evidente, insomma, che tutti i paesi del MEC si sono preparati in tempo per fronteggiare le prevedibile necessità derivanti dallo sviluppo dei traffici marittimi, mentre solo in Italia il piano generale per i porti non trova ancora completamento e non si studia neppure il modo per reperire i fondi occorrenti per le opere marittime, le quali richiedono un lavoro tra i più lunghi, difficili e ardui che si possano compiere. Si deve pensare che l'uomo adibito a questi lavori è schiavo degli umori del mare, del vento, delle stagioni. È anche da considerare che difettiamo di fondi, di materiali, di norme legislative indispensabili, ciò che certo non agevola la soluzione del problema. Ed intanto crescono le esigenze: si prevede che fra dieci anni saranno necessari presso a poco settanta chilometri di nuove banchine; e si deve anche tener prese11te che mentre i grandi scali europei sorgono su estuari e possono sfruttare particolari favorevoli condizioni geografiche, l'ingrandimento dei nostri porti è reso più difficile perché, tranne che per Ravenna e Venezia, essi hanno alle spalle case, colline o montagne. Sicché per ottenere nuovo spazio bisogna riempire il mare col processo inverso di quello della natura, eseguendo lavori titanici, dei q~ali non abbiamo alcuna esperienza. Abbiamo già accennato agli imp,egni del nostro paese nei rigllardi del MEC; ricordiamo ora che per lungo tempo la materia della navigazione marittima ed aerea non fu regolata dal trattato di Roma: più precisamente tale regolamentazione fu rimandata. Infatti, l'art. 84 del Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea stabilisce che il Consiglio con deliberazione unanime potrà decidere se, in quale 83 Bibliotecaginobianco

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