Marcello Dell'Omodarme zionalizzazione dell'industria siderurgica e d~i trasporti stradali sono improrogabili per un go·verno laburista. A Blackpool, però, il partito laburista rifiuta di prendere posizione sul problema più importante del momento per la Gran Breta~a - quello dell'ingresso nella CEE - per ragioni elettorali, sia in quanto confida in una maggioranza di seguaci della « vecchia Inghilterra» contrari all'unione con l'Europa propugnata dai conservatori, sia per la sua opposizione di principio ad una certa Europa. Un governo laburista intende, infatti, mantenere intatti anche in caso di adesione i suoi poteri di nazionalizzare, pianificare e proseguire sulla strada della sicµrezza sociale. La politica di wait and see è, però, abbandonata al Congresso successivo (Brighton, 1-5 otto,bre 1962), anche se formalmente continua ad essere quella del p-artito: il partito si pronuncia, infatti, contro 1 l'ingresso nell'Europa, rinnegando così l'internazionalismo per il sacro egoismo nazionale. Nel suo discorso Gaitskell afferma che l'ingresso della Gran Bretagna nelle CEE significa la fine di mille anni di storia britannica, la fine della Gran Bretagna come Stato indipendente e il· suo divenire una provincia dell'Europa, la fine del Com- . . monwealth. Il documento che il congresso approva (Labour and the Common Market) respinge gli accordi finora .raggiunti dal go·verno britannico a Bruxelles e pone cinque condizioni, che_riguardano il Commonwealth, la politica estera, l'EFTA, la pianificazio,ne econp,mica, l'agricoltura: 1) rifiuta la soluzione_ proposta dai Sei per il Commonwealth (fine delle. preferenze e introduzione della tariffa esterna comune) e chiede sicure salvaguardie per il commercio della Gran Bretagna con il· Commonwealth, giustificando tale richiesta con la coesione politica esistente all'interno di esso; 2) chiede per il governo britannico piena libertà d'azione in politica estera, e quindi rifiuta la sovranazionalità in considerazione delle ·particolari relazioni che la Gran Bretagna ha fuori d'Europa e che sarebbero messe in pericolo dalle decisioni a maggioranza prese dalla CEE, e della necessità che vi sia una voce britannica indipendente sulle grandi questio·ni (Berlino, ONU, disimpegno); -3) ribadisce l'impegno di mantenere l'associazione con i paesi dell'EFTA, finchè tutti non partecipino al mercato 1 euro·peo integrato, e dichiara vitale interesse britannico l'associazione dei tre neutrali alla Comunità allargata; 4) riserva al governo britannico il diritto di pianificare e di proseguire la po1 litica di pieno impiego, affermando che la pianificazione non si concilia con il laisser-faire del Trattato di Roma; 5) reclama che sia modificata la politica agricola dei Sei per garantire un'adeguata sicurezza all'agricoltura e all'orticoltura britanniche. 72 Bfbliotecaginobianco · I \
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