Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

I laburisti alla vigilia delle elezioni nomia e confermano la loro intera fiducia nel libero gioco del mercato pur non spostandosi minimamente dal loro immobilismo. Dal canto loro i laburisti presentano un programma che, sulla base dei documenti del 1957 (lndustry and Society) e del 1958 (Plan for Progress), prevede la rinazionalizzazione dell'industria dell'acciaio e dei trasporti stradali, la possibile nazionalizzazione, totale o parziale, di altre industrie che non rispondano più alle esigenze della nazione e l'azionariato statale (cioè la partecipazione azionaria dello Stato nell'industria privata per ridurre la concentrazione del potere economico, da attuare mediante l'acquisto da parte dello Stato di azioni delle industrie per assicurare così la pubblica proprietà e il pubblico controllo). La paura della nazionalizzazione e di una più rigida politica fiscale provoca nell'elettorato britannico un movimento contrario ai laburisti che si vedono sconfitti per la terza volta consecutiva. La sconfitta dell'S ottobre 1959 apre la crisi ideologica nel partito. La nuova classe dirigente - Gaitskell e i suoi della destra - ritiene ~i dover fronteggiare una nuova società sulla quale le vecchie ideologie (lotta di classe, nazionalizzazioni) non fanno più presa e pertanto non vede altra soluzione che quella di procedere nell'abbandono dei « principi socialisti » per ottenere i consensi di questa società; la sinistra dal canto suo vede nel ritorno ai « principi socialisti » e classisti l'unica ragione di vita per il partito. Ora non si può negare che è avvenuto un cambiamento nel sottofondo economico e sociale della lotta politica, che la disoccupazione e il timore di essa non esistono più, che il livello di vita è ... migliorato; ma questa situazione è un dato ormai immutabile o solo temporaneo della scena politica inglese? La destra laburista, peccando di eccessiva fiducia nelle capacità di sviluppo di questa nuova società, non ha dubbi in proposito e proprio per questa ragione lancia, subito dopo le elezioni, il suo attacco per un totale adeguamento all'affluent society. Il 16 ottobre il settimanale Forward presenta uno scritto di un seguace di Gaitskell, Douglas Jay, che bandisce la nazionalizzazione e propone una riforma radicale del partito anche nel nome (labour-radical o labour-reform). Di fronte alla dura replica della sinistra, Jay precisa successivamente che la nazionalizzazione è un mezzo e non un fine e che pertanto sono necessarie più nazionalizzazioni in forma moderna (monopoli pubblici e azionariato statale). Al Congresso straordinario di Blackpool (28-29 novembre 1959) lo scontro tra le due tesi è inevitabile. La sinistra per bocca di Wilson, della Castle e dello stesso Bevan, riafferma la fedeltà ai principi socialisti respingendo la proposta di fare del partito laburista un'alternativa 67 Bibliotecaginobianco

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