Domenico De Masi - Mario Pacelli Le signore di Ferrara che lamentano la mancanza· di negozi fomiti, i giovani tecnici milanesi che se la prendono col Sud perché non vi trovano i locali felpati in cui svagarsi dopo otto ore di lavoro, tutta questa gente che finalmente ha scoperto l'arretratezza in un paese notoriamente arretrato! è sfasata di un giro rispetto al ciclo economico del Meridione e dimentica che, se a Brindisi ci fossero dancing e negozi ben forniti, non ci sarebbe stato bisogno di chiamarvi la Montecatini. D'altra parte non è difficile inserirsi senza brusche scosse in ambienti nuovi alle esperienze industriali: a Taranto - tanto per restare alla Puglia ·- l'Italsider non ha destato sollevamenti di popolo, eppure ha dato lavoro agli stessi ceti di ex braccianti agricoli. Basta che le n1ogli dei tecnici settentrionali, prima di venir giù, s'informino sull'effettiva consistenza dei comforts che le attendono e si preparino ad essere educate e a « portare pazienza ». DOMENICO DE MASI Programmazione economica e pianificazione urbanistica Il deciso avvio alla programmazione economica nazionale ha posto sul tappeto, fra i numerosi altri problemi, anche quello delle interrelazioni fra la programmazione stessa e la pianificazione urbanistica. In una relazione presentata al IX Congresso nazionale di urbanistica, . tenutosi nel novembre scorso a Milano, il prof. Astengo ha parlato delle esperienze fatte in materia nei paesi europei. Naturalmente le soluzioni adottate sono state diverse, in relazione alla esistenza o meno nei diversi paesi di una programmazione economica e delle sue caratteristiche. In Francia, ad esempio, fin dal 1958 i programmi di azione regionale ed i piani territoriali regionali confluirono nel piano regionale di sviluppo econo,mico e sociale e di assetto territoriale. Il Comitato dei piani regionali, allora costituito, fu poi trasformato in comitato interministeriale permanente con funzioni consultive nei riguardi del Governo sui problemi generali dell'azione regionale e della pianificazione territoriale. Il sistema fu completato con la istituzione di 20 regioni di pianificazione, ottenute raggruppando vari dipartimenti e con la creazione di conferenze interdipartimentali costituite da funzionari e da esperti. V~ sono poi altri paesi, come la Germania Occidentale e l'Inghilterra, in cui non vi è una programmazione economica in atto: è evidente che non • è possibile in tali casi parlare delle interrelazioni di cui ci si va occupando. Tuttavia, anche in Inghilterra vi sono leggi, come quella sulla pianificazione urbana e territoriale, quella sul decentramento industriale e quella sulle nuove città e sullo sviluppo urbano, che hanno insieme un significato urbanistico ed economico. Nota giustamente l'Astengo nella sua relazione 60 Bit>liotecaginobianco
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