Editoriale Non si può disconoscere cl1e le elezioni del 28 aprile non hanno sortito un esito particolarmente felice per il governo, per i partiti, per i gruppi e per gli uomini che dal 1960 ad oggi hanno prodigato fatiche e sforzi nell'intento di dare definitivamente corpo, nel nostro paese, ad una grande e moderna politica democratica, la politica di centro-sinistra. Certo, nessuna catastrofe elettorale si è verificata: i risiLltati delle votazioni socialdemocratiche sono stati anzi brillanti e quelli delle votazioni repubblicane insperatamente buoni. Ma, altrettanto certamente, il paese non ha espresso, nei riguardi del nilovo corso politico, quel consenso che i risultati delle elezioni an1mitzistrative del 1960 e del 1962, l'evoluzione generale del paese e - diciamolo pure - l'audacia e la intrinseca bontà della politica svolta negli itltimi anni della legislatura ora chiusa lasciavano sperare. L'incerta tenuta elettorale dei socialisti e il regresso democristiano assumono, però, un ben diverso significato a secondo che li si guardi da destra o da sinistra. Un denon1inatore comune si può solo ravvisare nel fatto che la nuova articolazio11e elettorale dei partiti del centro- ~ sinistra appare depurata, da un lato, dei voti della borghesia liberista e conservatrice e, dall'altro, dei voti dell'ala massimalista del proletariato e del sottoproletariato italiani. È anche presumibile che a destra i neofascisti, conie a sinistra i comunisti ( e più i secondi che i primi in termini quantitativi), si siano giovati del prevedibile e inevitabile crollo delle posizioni monarchico-sanfediste. Questo in linea generale, naturalmente. L'esame dei risultati in sede circoscrizionale dimo#O stra poi che nella realtà la circolazione dei voti è stata ancora più complessa e che il gioco delle reazioni, emotive e politiche, della pubblica opinione è stato fortemente condizionato dalle tradizioni, dagli uomini e dai problemi che dominano la vita locale. Ma, a parte ciò, resta il fatto che il successo dei liberali e dei fascisti, a destra, significa un obiettivo rilancio dell'opposizione al centro-sinistra e della politica conservatrice, mentre il successo dei comunisti a sinistra non ha alcuna forza di condizionamento e di rottura, incamera un altro 1nilione di voti nel frigorifero di un'opposizione preconcetta e sterile che si avvia a diventare ventennale e avrà atzzi la sola virtù di offrire una nuova 3 B_biiiotecaginobianeo
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