Programmazione e consumi di conseguenza il saggio di aunìento della produzione di beni industriali, e il continuare a produrre i beni primari nelle quantità registrate nel passato (o, addirittura, a produrne quantità minori) ed importare l'eccesso della domanda di beni primari, attraverso la esportazione di prodotti industriali. La scelta, se deve essere in termini di calcolo economico, è molto difficile: essa, infatti, dovrebbe essere condotta nel lungo periodo. Tuttavia, dato che la misura usata dagli economisti - i prezzi - varia i11misura radicale seguendo - almeno per quanto riguarda i prezzi internazionali - tendenze difficilmente prevedibili, il normale calcolo economico perde significato. Esiste, d'altra parte, una base per una scelta almeno tendenziale: essa nasce dall'andamento decrescente di lungo periodo dei rapporti di scambio tra merci esportate e merci importate ( terms of trade) nei paesi produttori di beni primari. Importando beni primari ed esportando manufatti si sfrutterebbe, perciò, a proprio vantaggio tale tendenza. Una attenta politica delle esportazioni e delle importazioni è, in conclusione, di vitale in1porta11za nel processo di programmazione. Resta da vedere se gli strumenti statistici a disposizione del programmatore, ed in modo particolare la matrice delle relazioni interindustriali, siano in grado di dare una risposta soddisfacente anche al problema della bilancia dei pagamenti. Il dilemma della variazione dei prezzi interni e internazionali di ciascuna merce rappresenta, in ogni caso, una grave sfida ai mezzi statistici di possibile uso al momento attuale . ... LA MATRICE DELLE RELAZIONI INTERINDUSTRIALI I problemi che nascono dal necessario impiego della matrice non si limitano al problema dei valori indicato or ora. I processi produttivi esistenti in una economia in ciascun momento sono strettamente legati allo smercio e alle possibilità di smercio dei beni prodotti; l'opinione di cl1i scrive è che le varie tecniche di pro1duzione in uso in ciascun momento non siano adattabili ad una diversa struttura ed a diversi livelli della produzione. È evidente che qualsiasi tecnica è in grado di produrre meno della piena capacità, come è evidente che è sempre possibile aumentare la produzione di un bene aumentando il numero degli impianti; ma se le tecniche sono pr.eordinate per la pro,duzione di un certo ammontare di beni, la pro·duzione di qualsiasi diverso ammontare rende non ottime (dal punto di vista dei profitti) quelle tecniche. Più in generale, la struttura delle tecniche cl1e caratterizza una economia in ciascun momento, preordinata per la produzione di certe quantità e proporzioni di vari beni, non è in 31 Bibliotecaginobianco
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