Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

Programmaz.ione e consumi Se si trattasse di programmare una economia isolata dal mercato internazionale, il settore privato potrebbe facilmente ricreare - dato u11 periodo di tempo sufficiente a compiere l'adattamento in modo graduale - una nuova struttura di prezzi e di profitti e continuare il riarmale gioco capitalistico nel 11uovo quadro di valori voluto dal programma tare. IL COMMERCIO INTERNAZIONALE Se si considera, invece, una economia nella quale i beni commerciati con l'estero giocano un ruolo importante nel comportamento delle quantità economiche interne nel lungo periodo, una variazione pro~ grammata della composizione dei co11sumi, che induce una variazione nei prezzi relativi dei beni e nella struttura dei profitti, può produrre conseguenze a prima vista catastrofiche. Il livello e la struttura di prezzi e profitti sono, infatti, anche in funzione del livello e della struttura di prezzi e profitti internazionali. Questi ultimi, a loro volta, sono anche in funzione della struttura e delle tendenze dei consumi vigenti nei maggiori paesi esportatori ed importatori. Poiché un paese delle dimensioni eco·nomiche dell'Italia esercita una influenza minima sulla determinazione dei prezzi internazionali, la variazione di prezzi e profitti in Italia no11 può far variare in misura significativa prezzi e pro.fitti internazionali. È certo, perciò, che una variazione programmata della composizione del consumo in un paese come l'Italia condurrà a notevoli mutamenti nella posizione della bilancia dei pagamenti di G}Uelpaese. Tali mutamenti, nel lungo periodo, non vanno considerati come un cataclisma che proibisca la possibilità di programmare. I prezzi inter11azionali sono « fatti » dai paesi economicamente più avanzati e con una più vasta (in termini assoluti) dimensione economica. Questi paesi presentano una struttura dei consumi « più avanzata » di quella prevalente in Italia; in larga misura, la variazione da apportare ai consumi italiani non farà che avvicinare il bilancio del consumatore italiano a quello del consumatore americano, tedesco, ecc. È anche chiaro, però, che non può darsi identità tra i bilanci del consumatore di questi paesi. Se, infatti, l'economia fosse lasciata a se stessa nel determinare i modi del co11sumo nel lungo periodo, e dato che in Italia il gioco capitalistico è condotto con vigore, la composizione dei consumi in Italia tenderebbe a diventare molto simile a quella dei paesi più avanzati; ed è forse inutile precisare che questo processo è già in corso avanzato. L'esigenza del programmatore, invece, nasce proprio dalla osservata deficienza - dal punto di vista politico-sociale - dei consu29 Bi'bliotecaginobianco

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