Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

Paolo Leon poco significato; specie per quei paesi che., come l'Italia, hanno da ,. tempo superato il livello di sussistenza. La programmazione basata su ·un obiettivo espresso in termini di saggio di incremento del reddito è del tutto insufficiente a razionalizzare il processo di sviluppo eco~omico. In primo luogo, poiché i fattori che producono il desiderato saggio di incremento del reddito e, perciò, il contenuto della voce « consumo » non sono determi11ati, ma sono lasciati alla scelta del settore privato. In secondo luogo, questo modo 1 porre gli obiettivi non è in gra o neppure di adempiere alla funzione di coordinamento dell'attività privata, come descritta sopra: esso ignora che il desiderato saggio di incremento del reddito si realizza necessariamente attraverso una variazione della struttura produttiva, conseguente alla variazione della composizione dei const1mi. Bencl1é un obiettivo posto in simili termini sottintenda, natt1ralmente, un obiettivo in termini di consumo, il risultato in termini di consumo non è sottoposto a controllo . ., Parlare di programmazione dei consumi~ invece, pone con imme1 diata chiarezza l'obiettivo; è in termini di consumo che, in definitiva, I si giudica il successo di una politica economica, il benessere e il grado . di civiltà raggiunti da un paese. Quegli obiettivi, finalmente chiari dagli occhi del pubblico, potrebbero allora costituire la base per una fruttuosa discussione sulla politica economica. IL RAGIONAMENTO ALLA BASE DELLA PROGRAMMAZIONE DEI CONSUMI Il significato della espressione « programmazione dei consumi » è facilmente spiegabile in prima approssimazione, e il metodo che essa indica è, seppur descritto in n1odo grossolano, molto semplice. Sulla base di una decisione politica, il programmatore esprimerà l'obiettivo in termini di quantità totali consumate dei prodotti di ciascuna industria; in termini della matrice delle relazioni interindustriali (tavola di input-output) si tratta di costruire un « vettore dei consumi finali ». Questo vettore può essere determin.ato sia programmando il consumo medio pro-capite della collettività, sia il consumo di ciascun individuo, sia i consumi minimi di ciascun individuo. Vi è, in realtà, un gran numero di possibili alternative e la determinazione del raggio di programmazione, come si vedrà anche più avanti, è essenzialmente frutto di una decisione politica; essa è tuttavia limitata da una importante considerazione che è bene introdurre subito. Il programmatore non si proporrà (per quanto è possibile) di cambiare la struttura iniziale dei consumi e della produzione, ma programmerà sullo « sviluppo »; tenterà, cioè, di razionalizzare la struttura 24 Bibliotecaginobianco

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