Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

.. C!! Giuseppe Galasso più razionale. La coerenza vorrebbe perciò: che anche nel caso della « società opulenta » questo assoluto riferimento dei valori alla loro matrice tecnico-sociale venisse pienamente e incondizionatamente riconosciuto. E, invece, il Rodano punta tutta la sua interpretazione sulla asserzione che nell'opulenza i valori vengono meno, tranne quel solo valore che sarebbe la produzione e che è, in realtà, un non-valore; e sull'asserzione che solo da una « ricostruzione dei valori » può trarre origine il superamento delle contraddizioni che minano la « società opulenta ». In un corso storico caratterizzato dalla assoluta immanenza del suo principio a sé stesso vengono così surretiziamente introdotti I elementi esterni di spiegazione e di valutazione che generano una infinità di difficoltà logiche e metodologiche. Noi non sapremmo dire (e, al limite, non importa neppure) in quale misura questa sovrapposizione possa essere dovuta al tentativo di conciliazione,· evidente nel Rodano, tra i moduli interpretativi del pensiero marxistico e le esigenze di uno schivo e un po' cupo spiritualismo. Ci sembra, tuttavia, chiaro che l'interpretazione del Rodano denunci in modo evidente le contraddizioni di un pensiero che, nello sforzo di instaurare un'assoluta razionalità del discorso storico, non r ha la precauzione di storicizzare (e perciò razionalizzare) innanzitutto L · se stesso; l'insufficienza di una dialettica, costretta entro uno schema (inizio dello sfruttamento, sfruttamento, fine dello sfruttamento) di cui sono prefissati tutti i termini; la persistenza di moduli teleologici aventi un significato squisitamente metafisico. Onde si spiegano le aporie e gli errori più gravi: come, ad esempio, il giudizio che il tipo di uomo espresso dal signore nella società medioevale, per quanto storicamente meno avanzato, sarebbe stato, tuttavia, più organico e perciò, dal punto di vist~ dei valori, più « omogeneo e conforme all'intera natura dell'uomo » (p. 286) di quanto possa accadere per il tipo d'uomo esprimibile nella società moderna; o l'altro analogo giudizio secondo il quale « nella soluzione borghese della crisi del mondo signorile c'è una perdita secca, la quale non è affatto riscattata in misura sufficiente dalla necessità storica del suo verificarsi », e ciò per il fatto « che la grande protesta dei servi, condotta in nome della legge di natura, non viene affatto interpretata dalla borghesia in tutta la sua profondità, in tutta la sua estensione, in tutto il suo reale significato, e che anzi questa protesta viene deformata e distorta, anche perchè, in definitiva, la si adopera al fine particolaristico, sebbene storicamente obbligato, del trionfo di una classe determinata» (p. 290). Tutte affermazioni (come quelle che, nelle stesse pagine, le precedono e le • 18 Bioliotecaginobianco

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