Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

~ Problemi e prospettive della « società opulenta» della « società op·ulenta » non debbono necessariamente essere dei più volgari. Non più persuasive riescono, d'altro canto, le argomentazioni di coloro che vedono l'opulenza (con tutti i disvalori che sarebbero ad essa connessi) come un annullamento della vita individuale (con tutti i relativi valori). In realtà, :ooi siamo ancora agli inizi della realizza- \ zione di t1:tti i valori eti_ci, estetic~_ culturali eté~he pOs;ono- aver luogo j - in una società di massa e razie ad una società di massa. Dal disegno 1 --- --- iriaustriale al progressivo elevarsi della cultura media, dalla partecipazione di tutti alla vita politica richiesta nelle democrazie occidentali e per lo meno esibita in altri regimi al progressivo elevarsi del livello tecnico in tutte le attività di lavoro, non è breve l'enumerazione delle -:> possibilità che la civiltà di massa offre alla vita individuale, di tutti e (. a tutti i livelli, di attingere una pienezza che può non avere nulla da invidiare all'analoga pienezza realizzata, in ambiti ben più ristretti, du-1 rante i precedenti periodi storici. Una concezione sottilmente economi- IA cistica si rivela al fondo del punto di vista qui discusso: i valori sareb- f \ :. bero tanto più alti e preziosi quanto più rari e meno diffusi. E questo economicismo riesce ancor più corrosivo (e deludente, quando lo si scopre) della facciata aristocratica, e non di rado reazionaria, con la quale le relative osservazioni vengono avanzate. Con tutto ciò non vogliamo - ovviamente - dire che edonismo e anonimia non siano pericoli obiettivi e gravi della « società opulenta ». Essi lo sono certamente, e per di più non sono i soli. M~ quando mal la...~.,ita morale dell'uomo si è po1uta giovare dell'assenza di pericoli? e come, anzi, sarebbe essa possibile se non fra i pericoli? non è proprio essa la più necessariamente dialettica tra tutte le attività umane? Nella moralità i progressi e i regressi non riguardano la assenza o la presenza di ostacoli, ma semplicemente la diversa loro natura e il margine (peraltro sempre rimovibile) che essi lasciano alle possibilità dell'iniziativa morale. E veniamo, infine, ad una terza e più insidiosa forma di discussione dei problemi e delle prospettive della « società opulenta ». Essa è fondata sulla constatazione di un assoluto determinismo a cui quest'ultima obbedirebbe nella sua genesi e nella sua logica. Di questa ·tesi si è fatto recentemente portatore in Italia il già citato· Rodano. Secondo questo autore, da un lato, « il processo genetico della ' società opulenta' non è certo caratterizzato dalle drammatiche alternanze della dialettica, poichè anzi è intieramente compreso, secondo l'intima logica del suo sviluppo, sotto la legge di una graduale e meccanica espansione produttiva » (art. cit., p. 257). Dall'altro lato, sulla base della espan15 Bibliotecaginobianco

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