Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

Vittorio de C"'aprariis volta, come gli articoli del Federalist e i Records of the Federal Convention of 1787 contenessero esattamente il contrario, o nulla affatto, di quel cl1e si pretendeva che contenessero. Dal momento che Beard aveva tracciato un breve profilo biografico ed ideologico dei membri della Convenzione di Filadelfia, per mostrare come· essi fossero tutti interessati ad una rivalutazione del debito pubblico e ad una protezione particolare del capitale mo·biliare, Brown rifaceva daccapo tutto il lavoro e dimostrava quanto labili o addirittura senza fondamento fossero gli indizi su cui Beard aveva costruito il suo castello. E da ultimo, poiché Beard aveva sostenuto (ed era uno dei punti fondamentali della sua tesi) che v'erano state delle limitazioni del diritto di voto, Brown riprendeva dal principio la questione, dimostrando come queste modifiche fossero state mi11ime e come la documentazione fosse stata utilizzata in modo assai discutibile. In realtà - e questo punto è stato chiarito definitivamente da altri studi successivi - le limitazioni delle franchigie elettorali negli Stati Uniti dei decenni a cavaliere tra i due secoli erano veramente piccolissime, sì che, praticamente, poteva votare tutta la popolazione adulta maschile: che è come dire, per quei tempi, il suffragio universale! Non v'è, insomma, una sola pagina di A1'zEconomie Interpretation che sia risparmiata dalle criticl1e implacabili di Brown; e, naturalmente, quella che maggiormente fa le spese della nuova analisi è proprio la tesi fondamentale del co·ntrasto tra ricchezza mobiliare e proprietà terriera. Brown ha dimostrato in modo perfettamente convincente che i risultati raggiunti da Pool, Thomas e Crowl per le convenzio-ni di ratifica del Maryland, della Carolina del Nord e della Virginia, ossia l'inesistenza di un contrasto- di classi con interessi economici divergenti, erano valide 11011solo per le convenzioni di ratifica di tutti gli altri stati, ma anche per .gli stessi membri della convenzione di Filadelfia. Il predominio della personalty, che Beard aveva immaginato, non v'era stato, dunque, 11é a Filadelfia né altrove. E si deve aggiungere che Brown non si limita ad una demolizione delle tesi che ritiene sbagliate o fuorvianti; e sempre, o quasi sempre, suggerisce discretamente o esprime esplicitamente le sue co11vinzioni. Contrariamente a quel che aveva ritenuto la storiografia progressista dei primi decenni del secolo - egli afferma - la società delle colonie americane non era affatto una società aristocratica e dunque distinta in due blocchi contrapposti, i ricchi ed i poveri: essa era, invece, costituita, nella quasi totalità, da una classe media di proprietari terrieri, che non avevano nessun bisogno di lottare per una democratizzazione della vita politica, perché godevano già di libertà molto larghe, tra le quali il diritto di voto era, come 122 Bibliotecaginobianco

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