Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

Giuseppe Galasso beni e di servizi di vecchio e nuovo tipo. Alla Junga, .nessuna volo-ntà politica o sociale appare in grado, in una società moderna, di rimandare indefinitamente o di evitare l'opulenza. Bisognerebbe che quella società rinunziasse, per far ciò, ad andare avanti sulla via del progresso tecnico-scientifico; a perdere cioè una delle prime ragioni del suo essere, \ appunto, moderna. Ed è questa quella che abbiamo definito la_<0.Qg!Ea autonoma » dell'opulenza. -------:::-----------;-, Quanto alla seconda implicazio11e che dalle definizioni correnti e più comuni di « società opulenta » direttamente discendono, e che di sopra abbiamo accennato, essa è certamente quella destinata a più fortemente e immediatamente colpire la fantasia e i sensi degli uomini. Chi poteva, appena un secolo fa, pensare possibili e imminenti la realizzazione così rapida e la diffusione così vasta co-me oggi vediamo in atto di tanti beni di consumo, di tanti mezzi di trasporto, di tanti nuovi farmaci, loisirs, comforts? Cl1i poteva allora pensare ad una estensione dei servizi assistenziali e previdenziali, ad un progresso igienico-sanitario, ad una disponibilità .di vitto, abbigliamento e arredamento quale oggi si è realizzata? La curva e l'evoluzione dei consumi so,no state certamente, nel corso di un secolo, tali da rendere incomparabili i bilanci familiari di cent'anni or sono con quelli di oggi. Quantità e qualità sono radicalmente cambiate perfino nel lavoro dell'uomo e per la prima volta nella storia l'identità di lavoro e fatica si è andata felicemente e positivamente sciogliendo. In tal modo, e in tutti i sensi, le società investite dal fenomeno sono diventate più ricche. Anzi la ricchezza stessa - cosa forse sfuggita all'osservazione - ha cambiato di significato. Una volta il primo e s11premo vantaggio della ricchezza consisteva appunto nel potersi procurare i beni e i servizi che permettevano di sfuggire alle durezze del vivere, a cui una tecnologia/ incomparabilmente meno sviluppata di quella oggi, in vigore) solo aa. altissimi costi consentiva di evadere in modo parziale e insoddisfacente, mentre la possibilità di procurarsi beni, piaceri e servizi superflui era un vantaggio che la ricchezza offriva in linea subordinata. Oggi, nelle società che hanno raggiunto l'opulenza, il primo e supremo vantaggio che la ricchezza una volta offriva ha pressocché perduto ogni validità: dalla produzione di massa di ogni tipo di beni di consumo all'aria condizionata per l'estate o al riscald~mento centrale per l'inverno, dall'alleviamento della fatica ai danni della sovralimentazione, tutto congiura in questo senso. E quanto ..all'~ltro vantaggio che ~na volta la ricchezza offriva in via sub~~dinata, _ quello cioè di procurare_ il superfluo_, ~sso è certarr1ente passato --oggi ad esser~ il connotato rinci ale della ricchezza stessa, e in ciò sta il '-- mutamento di cui si diceva; ma già ci sono accenni chiari un po' dap10 • Bibliotecaginobianco

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