• Vittorio de Caprariis nella sua mente (che è ciò che in parte soltanto ha procurato di fare Williams ), per meglio determinare, nel quadro del sistema cui lo studioso aderiva tra il 1910 ed il 1920, i trapassi logici dell'opera sulla costi~uzione. Affermare, in effetti, che quest'opera sia fuori della problematica della storiografia economicistica americana ed europea dei decenni a cavaliere tra Otto e Novecento significa cancellare arbitrariamente il primo capitolo del libro. In che cosa consiste, dunque, questa interpretazione economica della Costituzione americana? Nel suo libro, come s'è già accennato, Beard negava puntualmente la tesi allora dominante, la « teoria giuridica dell'origine e della natura della Costituzio,ne », contestava che la Costituzione stessa fosse un documento quasi sacro, scaturito dalla coscienza e dalla mente dell'intero popolo; e, non senza una punta di orgoglio iconoclastico, sfatava tutti i miti e distruggeva tutte le agiografie. I Padri Fondatori non gli apparivano dei personaggi ammantati di grave austerità, dei sacerdoti della verità e della libertà, i leggendari mediatori tra la co,noscenza pop·olare e i primi principi di un'astratta filosofia politica, ma creature umane, soggette alle passioni ed agli interessi che sono propri degli uomini. La Rivoluzione Americana non era stata un blocco monolitico, ma fin dall'inizio si era rivelata (e qui è evidente l'influenza del libro di Becker sui partiti politici nella Provincia di New York dal 1760 al 1776) come un movimento duplice di guerra per l'indipendenza dall'Inghilterra e di lotta per una maggiore democratizzazione della società all'interno delle colo·nie. Secondo Beard l'opera dei costituenti di Filadelfia si era inserita nei contrasti tra queste due tendenze come una sorta di controrivoluzione conservatrice (l'autore parla, una volta almeno, addirittura di colpo di stato), compiuta dalle classi più elevate ed intesa a bloccare una volta per tutte lo slancio democratico. La co·stituzione era dunque un documento economico, nel senso che essa era stata concepita a garanzia di certi interessi; ed era stata opera di un piccolo gruppo di uomini con idee ben definite e con precisi interessi, il quale voleva difendere l'ordine e l'assetto sociale preesistente dall'assalto dei ceti più poveri. Questo piccolo gruppo di uomini (è a questo punto che la tesi di Beard acquista precisio~e ed originalità) rappresentava non già la proprietà in senso lato, e dunque soprattutto la proprietà terriera, ma il capitale mobile investito nelle manifatture, nei traffici e nei titoli del deb,ito pubblico sottoscritto durante la guerra d'Indipendenza, ed aveva, perciò, un interesse primario alla stabilità sociale, nella quale soltanto potevano fiorire industrie e commerci, ed alla rivalutazione. del debito pubblico stesso, che s'era ridotto, negli anni della Confederazione, al decimo del suo valore 116 Bibliotecaginobianco ·
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