Beard e l'interpretazione economica della Costituzione americana del Federalist fino a far dire al suo autore ciò che questi non aveva affatto in mente, resta vero che Beard leggeva in Madison quel che la sua propensione al marxismo gli faceva leggere. A siffatti argomenti Goldman ha replicato ricorda11do una esplicita affermazione di Beard stesso: « alcuni mi chiedono perché metto tanto in evidenza i problemi economici: ebbene, costoro avrebbero dovuto trovarsi nel salotto di casa mia, dove mio padre ed i suoi amici si riunivano per parlare di politica! ». E Williams ha osservato che se è vero che Beard si definì una volta « quasi -socialista», è vero anche che il percorso che v'è tra il « quasi - socialis1no » ed il socialismo è il più lungo che vi sia in politica; e che, d'altra parte, lo stesso Beard non fu mai veramente marxista, se si deve prendere per buona la formula di Lenin, che « un marxista è colui che estende la sua accettazione della lotta di classe fino all'accettazione della dittatura del proletariato ». Per la verità, né il ricordo dell'esperienza familiare né il rigore definitorio servono a chiarire la questione. È un fatto che nei decenni a cavaliere tra i due secoli la storiografia europea ed americana fu largamente influenzata dalla filosofia della storia di Marx (che poi l'economicismo allora in voga negli studi storici fosse o no una corretta interpretazione del pensiero di Marx è, evidentemente, tutt'altro problema); ed è, altresì, un fatto che il determinismo economico come canone di interpr.etazione storica era stato reso, per così dire, popolare in quel torno di tempo da un fortunato libretto di Seligman, The Economie lnter- ,pretation of History. E sembra indiscutibile a chiunque abbia letto gli scritti di Beard di questo periodo, no11 solo quello che adesso ci occupa, ma anche le Economie Origins of Jeffersonian Democracy, che l'autore fosse largamente influenzato dal determinismo eco·nomico come chiave per l'esatta intelligenza dei fatti storici. D'altro canto, proprio quello « spirito dei tempi », di cui si leggerà nella introduzione già ricordata del 1935, era favorevole a suggestioni del genere: gli anni nei quali Beard matura e nei quali concepisce il libro sulla Costituzione sono quelli della grande polemica progressista contro i big business, contro i monopoli corrotti e corruttori, sono gli anni dell'intensa richiesta di sostanziali riforme per restaurare la libertà degli americani, insidiati dai grandi robber barons. È, dunque, perfettamente logico e pla~sibile che Beard subisse l'influenza di un economicismo attarversato di spunti marxisti, e che, in conseguenza, tendesse a leggere Madison in chiave deterministica. Piuttosto che affermare ciò con l'aria di pubblici accusatori o di sforzarsi, a vuoto, di difendere Beard da chissà mai quale . infamante accusa, bisognerebbe tentare di stabilire quanto Marx, e quale !vlarx, Beard aveva letto veramente, e come il determinismo si atteggiava 115 Bibliotecaginobianco ,
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