....__ SAGGI Beard e l'interpretazione economica della Costituzione americana di Vittorio de Caprariis Quando, nel 1913, Charles Austin Beard pubblicò il libro destinato a diventare famoso sull'interpretazione economica della costituzione degli Stati Uniti d'America, egli era tutt'altro che t1no sconosciuto. Professore da più anni all'Università di Columbia, infatti, Beard godeva già di notevole notorietà nei pii1 evoluti circoli culturali del paese: la modernità e la vivacità del suo inseg11amento di scienze politiche, la conoscenza sicura della più avanzata cultura politica europea, la collaborazione con Robinson nell'opera di svecchiamento della storiografia americana in nome di una « nuova storia », lo avevano fatto conoscere fuori della ristretta cerchia degli specialisti e dei colleghi della sua facoltà. Ed egli godeva, altresì, di molta notorietà negli ambienti politici progressisti: il personale contributo alla fondazione di Ruskin Hall ad Oxford, l'opera prestata per più di un anno per l'educazione operaia, l'amicizia e la collaborazione con laburisti come Keir Hardie e Ramsay Mac Donald e l'attività spiegata come pubblicista nelle grandi polemiche politiche ·americane del primo decennio del Novecento, gli avevano dato un posto di spicco nel gruppo di punta degli studiosi « éngagés », che costituivano lo stato maggiore intellettuale del movime,nto dei riformatori urbani. Non fu certo un caso che Beard fosse fin dai primi numeri uno dei collaboratori più assidui del « New Repubblic », la rivista progressista fondata da Herbert Croly, che ebbe più importan~a di tutte le altre nella vita politica e culturale degli Stati Uniti tra il 1910 ed il 1930. Mi pare che entrambe queste dimensioni dell'attività di Beard si tr<;>vino riflesse nel libro sull'interpretazione economica della Costituzione americana. È significativo che proprio il primo capitolo di questo libro sia dedicato alle diverse correnti d'interpretazione storica della Costituzione di Filadelfia, sia dedicato, cioè, ad una critica della scuola di Bancroft e della storiografia cosiddetta istituzionalistica, che in certo senso ne aveva continuata l'opera, ed alla difesa di un'interpretazione economica della storia, che sembra vicina al marxismo, allora in voga 113 _Bibliotecaginobianco
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